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Referendum, ecco le ragioni di “Coraggio Italia” a favore del Sì

«L’abrogazione della “Legge Severino” – sottolinea la deputata Martina Parisse in ordine al quesito numero 1 – vuole tutelare il funzionamento delle amministrazioni locali. Ad oggi dopo una condanna in primo grado, i sindaci  e gli amministratori  vengono automaticamente sospesi anche se la condanna non è definitiva. Votando  per il “Sì” all’abrogazione della Legge, vogliamo ripristinare la sovranità popolare e, soprattutto, tutelare le comunità locali e gli amministratori». In scia il deputato Felice Maurizio D’Ettore, tra l’altro coordinatore del partito in Calabria.

«Il Referendum  – asserisce –  concerne anche le misure cautelari della custodia  in carcere  per soggetti non ancora condannati in via definitiva. Il numero 2 è un quesito attinente a situazioni molto particolari. Noi  chiediamo che votando per il “Sì” alla limitazione delle misure,  per i reati più gravi rimanga la valutazione precedente sul pericolo di reiterazione del reato, mentre per quelli meno gravi siamo convinti che si debba specificamente valutare quali siano i rischi effettivi legati all’applicazione, di fatto “automatica”, della custodia in carcere. Non è possibile, infatti, tenere in carcere persone solo sulla base di un dubbio o di un sospetto senza una valutazione concreta ed attuale della necessità effettiva della custodia preventiva anche prima del solo vaglio del processo di primo grado».

Sulla separazione delle carriere dei magistrati (quesito numero 3), si esprime invece il capogruppo alla Camera Stefano Mugnai.

«Ci sono magistrati nel nostro Paese – evidenzia – che passano anni a costruire castelli accusatori contro i cittadini per poi ritrovarsi nell’ambito dello stesso processo dalla parte giudicante. Con il Referendum di domenica prossima si vuol perseguire l’obiettivo che il singolo magistrato decida all’inizio della sua carriera di far parte della magistratura requirente o di quella giudicante. Per raggiungerlo occorre assolutamente votare per il “Sì”. A proposito di giudici: li riguarda anche il quesito numero 4 (valutati pure dai membri laici). Chiediamo di votare “Sì” –  afferma il deputato Fabio Berardini –  all’equa valutazione dei magistrati. In questo modo daremo la possibilità a docenti universitari ed avvocati di poter esprimere un parere indirizzando la giustizia in una dimensione di maggiore imparzialità e qualità».

Si muove, invece, intorno all’elezione dei membri del Consiglio Superiore della Magistratura, organo di autogoverno dei giudici,  il quesito numero 5. L’appello a votare “Sì” è ancora una volta di Felice Maurizio D’Ettore.

«In questo momento – sostiene il coordinatore regionale in Calabria di ‘Coraggio Italia’ –  i magistrati per candidarsi devono essere sostenuti da un numero importante di firme. Le correnti della magistratura decidono pertanto chi sono i candidati indirizzando di fatto il risultato dell’elezione. Con il Referendum di domenica prossima, barrando la casella del “Sì”, intendiamo eliminare la “stortura delle firme” in modo che chiunque possa candidarsi per meglio rappresentare i magistrati senza vincoli di “corrente”. Cinque “Sì” per restituire civiltà giuridica al nostro Paese».

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