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Referendum, De Magistris: “Mi auguro non passino, con la vittoria del sì criminalità stappa bottiglia”

“Mi auguro che i referendum non passino” perché con la vittoria del ‘sì’ si potrebbero creare “situazioni molto gravi”. E se certo non si può assolutamente dire che “chi vota ‘sì’ sta con la criminalità organizzata”, se passa il referendum sulla custodia cautelare “la criminalità organizzata e la criminalità comune una bottiglia la stappano”. Così all’AdnKronos l’ex pm ed ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris.

“Mi auguro che i referendum non passino – esordisce de Magistris -, i quesiti pongono delle questioni anche giuste, ma nella maniera sbagliata, nel senso che per affrontare quei temi c’è bisogno di leggi, e soprattutto se dovessero vincere i sì, in particolare su alcuni quesiti, il giorno dopo ci potrebbero essere delle situazioni a mio avviso molto gravi. Penso alla custodia cautelare. E vero che c’è in alcuni casi un abuso, ma è un tema che non attiene tanto alla norma quanto alla sua interpretazione. Però cancellare o ridurre enormemente la possibilità di applicare una misura cautelare in caso di pericolo di reiterazione del reato, significa che il giorno dopo ci potrebbero essere casi di estrema gravità su cui la magistratura non può intervenire. Parlo, ad esempio, del maschio che ‘stalkerizza’ la compagna. Adesso sono previste delle misure, come l’allontanamento dal domicilio per paura che possa aggredire nuovamente la donna e portare a un femminicidio. Ecco, questa misura non si potrebbe più applicare. Così come in casi gravi anche di reati contro la pubblica amministrazione, casi di corruzione e altri ancora”.

“La stessa legge Severino – sottolinea de Magistris -, di cui sono stato vittima ingiusta, va riformata, quindi pongo la serietà dei temi posti dai quesiti, non banalizzo la questione. Ma se dovessero passare i sì ci potremmo trovare di fronte a delle situazioni assolutamente e gravemente inopportune, casi anche di persone che hanno subìto una condanna, seppur non definitiva, per reati gravi, che si possono trovare a ricoprire cariche significative. Dunque la Severino va riformata ma in maniera diversa. La distinzione delle funzioni, invece, è stata già affrontata dalla riforma Cartabia.

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