Dopo la riflessione sul tempo declinato sul piano della storia al centro dell’attenzione dell’Associazione Culturale Anassilaos congiuntamente con la Biblioteca De Nava giovedì 24 luglio alle ore 18,00 presso la Villetta della Biblioteca Pietro De Nava sarà la grande poesia italiana del Novecento con un omaggio a Eugenio Montale nel centenario della pubblicazione della sua prima raccolta “Ossi di seppia” e nel 50° del conferimento allo stesso del Premio Nobel per la Letteratura nel novembre 1975. A parlare dell’opera montaliana sarà la Prof. Francesca Neri, apprezzato studioso di letteratura e critico letterario. Introdurrà Pina De Felice, responsabile poesia di Anassilaos mentre leggerà i versi di Montale Daniela Scuncia. Daniela Neri, Responsabile della Biblioteca porterà i saluti della De Nava. “Ossi di seppia” viene pubblicato nella seconda metà del mese di giugno 1925 da Piero Gobetti – l’intellettuale torinese liberale e antifascista, morto nel febbraio del 1926 a causa delle percosse riportate in un raid squadrista – che nel 1923 aveva fondato una casa editrice che divenne ben presto punto di riferimento obbligato di tanti intellettuali nel periodo in cui il fascismo si stava affermando con una serie di iniziative liberticide e violente. A far conoscere Montale a Gobetti fu Sergio Solmi. L’opera fu tirata in mille copie ma il poeta non ne fu particolarmente soddisfatto a causa di errori e refusi tanto che per la seconda edizione (1928) si affidò ai Fratelli Ribet. Al di là, comunque, degli aspetti editoriali, i 43 versi della raccolta rivoluzionarono la poesia italiana del Novecento senza peraltro alcuna evidente rottura con la tradizione del suo tempo. Il poeta si presenta con un atteggiamento antiretorico in un paese che aveva visto i fasti dei poeti che si atteggiavano a Vate (Carducci, D’Annunzio) e le intemerate azioni poetiche dei Futuristi. Il suo tono invece è essenziale, scabro, quasi dimesso, e pur tuttavia segna una svolta epocale nella poesia del Novecento al punto che il suo influsso durerà per molti decenni nel Bel Paese sia pure contrastato da altre voci poetiche e da altre esperienze umane e letterarie ( basti sol pensare alla vicenda del Nobel, conferito nel 1959 a Salvatore Quasimodo, che molte astiose polemiche sollevò tra i letterati italiani) che pure saranno chiamati a fare i conti con la sua opera.
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Eugenio Montale nel centenario della pubblicazione della sua prima raccolta “Ossi di seppia”. Ne discute l’Anassilaos
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