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Le vicende dei Bronzi di Riace raccontate dall’onorevole Aloi

Mercoledì 23 novembre sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la nuova conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” sul tema “I guerrieri di Riace – Un antico messaggio di avvenire”.

Si tratta in buona sostanza della presentazione del saggio dell’onorevole Fortunato Aloi che puntualizza il rapporti tra i «Guerrieri» e i Greci di Calabria, come, tra l’altro esplicitato nelle note di questa interessante pubblicazione. Ne «I Guerrieri di Riace» l’autore, noto per l’attività fervida di docente, studioso, consigliere provinciale e parlamentare reggino, delinea in un chiaro quadro gli aspetti e i contenuto dell’avvenimento eccezionale, che coinvolse e coinvolge le iniziative culturali, come continuità dei valori riscoperti della civiltà classica, legati alla suggestione di un’età che ha tanti insospettati motivi d’interessi per i contemporanei.  I«Guerrieri» rivivono in tutta la loro bellezza, come «antico messaggio d’avvenire», in contrasto a rivolgimenti umani che si sono succeduti nel tempo e che ancora viviamo. Vennero avvistati  a 300 metri dalla costa e a 8 metri di profondità nell’area denominata Porto Forticchio di Riace Marina nella  mattina del 16 agosto 1972.  Divinità o guerrieri: la loro identificazione è oggi un mistero. Così come le ipotesi sul relitto che li trasportava, mai ritrovato: particolari che lasciano aperti molti spazi interpretativi sulla loro storia. Fu la Soprintendenza di Reggio Calabria ad intervenire per prima sul restauro dei Bronzi di Riace.

Poi, per 5 anni, dal 1975 al 1980, le statue furono oggetto delle attenzioni degli esperti dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze per la pulizia e lo svuotamento della terra di fusione posta al loro interno. Gli interventi continuarono nel laboratorio del Museo di Reggio dal 1992 al 1995. Con la chiusura del Museo per i lavori di ristrutturazione nel 2009, le due statue furono accolte al Consiglio Regionale della Calabria dove proseguì l’intervento conservativo, negli anni dal 2010 al 2013. In un suggestivo trasferimento notturno, nel dicembre del 2013, le statue furono riportate al Museo e collocate sulle basi antisismiche progettate dall’ Enea, Agenzia nazionale nuove tecnologie, energia e sostenibilità in grado di salvaguardarle anche da scosse di forte intensità. La prima visione al pubblico avvenne dal dicembre del 1980 al giugno del 1981, al Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Per volere del Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, le due statue furono poi esposte al Quirinale dal giugno al luglio del 1981. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data dal 23 novembre.

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