“Vivere nello spazio? Il futuro urbano delle città” è il tema della lezione tenuta da Niccolò Cuppini, Professore all’Istituto internazionale della Svizzera Italiana al Master in Intelligence dell’Università dellaCalabria, diretto da Mario Caligiuri.
Cuppini ha introdotto il suo intervento argomentando su come le città siano oggi sempre più cruciali, essendo diventate strategici attori politici. I 10 mega-trend globali che stravolgeranno le nostre vite sono: spostamento demografico, domanda crescente di energia, espansione economica, superamento ecologico, mega urbanizzazione, scarsità di risorse, globalizzazione multipolare, intelligenza artificiale, cambiamento climatico, mondo iper-connesso.
Tutte queste tendenze influenzeranno la società e si sviluppano principalmente nelle città. Il docente ha sostenuto che l’aumento dell’urbanizzazione vedrà entro il 2030 il 65% delle persone vivere nelle città, pari a circa 5 miliardi.
L’identità urbana crescerà di importanza rispetto all’identità nazionale. Il relatore ha sostenuto che il primo vero cambiamento storico si è registrato nel 2007 quando più del 50% della popolazione mondiale si è concentrata nei centri urbani. Le Nazioni Unite parlano di “Urban age”, sostenendo che il XXI secolo è l’epoca urbana. Ogni 5 anni per trattare questo tema viene promosso un meeting globale, di cui l’ultimo si è svolto a Quito, per studiare il mondo e il processo evolutivo dell’uomo attraverso lo studio delle città.
Se dopo il medioevo la nascita delle città avvenne nella parte mediana della Terra, con la modernità e poi la colonizzazione, come avvenuto in America, si è registrato un numero sempre crescente di città in varie parti del pianeta.
Secondo il docente uno dei fattori che in parte ha determinato questa trasformazione è stato nell’ Ottocento l’affermarsi della rivoluzione industriale, determinando lo spostamento di tanti individui dalla campagna alla città. Negli ultimi anni c’è stato uno sviluppo senza precedenti delle città, dove sono costruite il 65% delle case della popolazione mondiale.
Cuppini ha affermato che storicamente, nell’immaginario collettivo le due città emblematiche dell’antichità sono state Atene e Roma: per i greci le città avevano il nome di “Polis” ed i cittadini avevano il nome di “Polites”; per i romani le città venivano appellate “Civitas” ed il cittadino si chiamava “Civis.
La differenza tra questi due modi di definire la città ed i suoi cittadini consiste nella circostanza che in Grecia veniva prima la Città e dopo il cittadino, mentre a Roma invece veniva prima il cittadino e poi la città. Questo diverso modo di intendere la città e la sua visione porterà i romani a diventare un Impero, con Roma che divenne la più grande metropoli dell’antichità.
Il docente ha poi ricordato che nel libro di Thomas Hobbes “Il Leviatano”, si sostiene che nello stato di natura, nelle città o dove non esiste lo Stato, l’uomo è sempre in guerra, quindi bisogna inventare dei sistemi di governo che possano ridurre i conflitti dello Stato moderno. Appunto per questo il filosofo inglese auspica che le persone cedano parte della loro sovranità ad un organismo più grande chiamato Leviatano, che stabilizza le tensioni e le guerriglie urbane continue che caratterizzavano la sua epoca.
Questo sistema di controllo riuscì a garantire la pace tra i cittadini sino alla Rivoluzione industriale, che ha provocato lo spostamento di grandi masse di persone verso i centri urbani per motivi lavorativi ed infrastrutturali, riportando a galla il problema della conflittualità delle città.
In quegli anni, Parigi ebbe grosse difficoltà a livello di strade poichè fino ad allora era stata una città sostanzialmente medievale. Per ovviare a ai problemi, Napoleone III diede l’incarico al Prefetto Barone Haussmann per rendere Parigi una grande metropoli. Vennero realizzati imponenti lavori di costruzione e ricostruzione, con la realizzazio dei celebri boulevard, rappresentando le città in modo radicalmente diverso. Infatti, Haussmann adottó la cartografia militare fotografando dall’alto le città.
Sempre in quegli anni un’altra città emblematica fu Barcellona, dove la trasformazione fu affidata a Ildefons Cerdà, che scrisse un libro molto importante dal titolo “Teoria generale dell’urbanizzazione”, inventando il concetto di urbanizzazione.
Il termine “urbanizzazione” veniva utilizzato anche nell’antica Roma, dove oltre a “civitas” le città venivano definite “urbs”.
Secondo Cuppini la differenza tra questi due termini è che con civitas si intende la città intesa come persone, urbs invece di descrive la struttura intesa come piazze, edifici, strade.
Con questo nuovo sviluppo urbanistico nell’Ottocento nasce questa disciplina di studi e vengono costruite le ferrovie che inaugurano una nuova forma di vita urbana.
Tutte queste trasformazioni precedono l’epoca contemporanea, dove l’urbanizzazione è un insieme di elementi, che hanno determinato una urbanizzazione planetaria.
Oggi il mondo viene infatto inteso come “Space of flows”, in cui la visione geografica del mondo non ha più importanza per capire le dinamiche del pianeta. Infatti, occorre prestare attenzione ai flussi, e agli scambi tra stati e merci, capitali e culture, superando la forma statica e assumendo quella della continua espansione, che peró ha bisogno di infrastrutture materiali.
Di conseguenza, la dimensione “urban age world” guarda alla demografia, stabilendo che la maggior parte di persone vive in città, che rappresentano un terreno cruciale e strategico.
La visione del pianeta urbanizzato e globale prende atto che proprio nelle città si verificano la gran parte dello scambio dei flussi. In questo contesto si è inserita negli ultimi anni la Cina, attraverso la “Nuova via della Seta”, con la quale intende ampliare le rotte commerciali tra oriente ed occidente.
Questa strategia sta provocando tensioni geopolitiche, che investono anche il nostro Paese poichè il porto di Trieste potrà rappresentare un importante punto di snodo. Tale circostanza ha provocato una reazione degli Stati Uniti che hanno comunicato al nostro governo il dissenso per queste prospettive di interscambi.
Cuppini ha poi affermato che un altro polo strategico è quello dei cavi sottomarini dei dati internet, che sono la versione contemporanea dei telegrafi, che per trasmettere le informazioni avevano bisogno di cavi.
Sercondo il docente, il settore più importante da studiare è quello dei satelliti, con i quali possiamo viaggiare in atmosfera e studiare il pianeta.
Attualmente ci sono15 mila satelliti in orbita, rispetto al massimo di 24 mila satelliti sostenibili nello spazio aereo terrestre. I satelliti rivestono un impattante sistema di studio per lo sviluppo umano, per cui è auspicabile un intervento più massiccio degli Stati per evitare una colonizzazione dello spazio da parte dei privati, con evidenti rischi.
Infatti, lo spazio sta diventando centrale per la nostra vita quotidiana. In questo settore, le principali potenze sono Usa, Cina e Russia. Negli ultimi anni, è emersa la quarta rivoluzione industriale, dove l’automazione, la robotica, l’ibridazione, l’iper-connessione vengono applicati sempre più nei processi di gestione e nelle catene di distribuzione mondiali. Questi cambiamenti epocali stanno modificando per sempre il nostro modo di vivere, ponendo problemi decisivi anche sul terreno della sicurezza che va gestita attraverso un efficace utilizzo delle informazioni di intelligence.
Per Cuppini queste profonde trasformazioni industriali sono strettamente collegate con il processo di urbanizzazione delle città, che saranno profondamente innovate.
Attualmemte, l’interconnessione urbana è uno scenario che sperimentiamo quotidianamente, in uno scenario di radicale trasformazione. Dopo la crisi del 2008 e la pandemia, le città sono diventte ancora più importanti nel garantire le interconnessioni globali e lavorative. Tra gli altri, lo dimostrano piattaforme come Zoom che consentono di interagire efficacemente e continuamente in Rete.
Il docente ha continuato dicendo che studiare il futuro è sempre più importante. Infatti, diventa indispensabile prevedere il cambiamento sviluppando nuove teorie di città. In questo senso la teoria dei “fifteen-miniuts” ipotizzata dall’architetto colombiano Carlo Moreno e adottata dal Comune di Parigi, è una concezione di ristrutturazione degli spazi urbani che consente ai cittadini di poter usufruire dei servizi essenziali entro 15 minuti.
In Italia, dopo la pandemia invece si è passato al ripensamento della vita oltre l’urbano, rivalutando la dimensione rurale.
In queste due distinte visioni, si richiama l’intervento dello Stato, che però non ha più gli strumenti per essere incisivo, poichè condizionato da spinte interne ed esterne.
Coppini ha poi ricordato che in Asia si è concentrata l’idea di connessione delle città tramite internet, utilizzando una iper-connessione. Ad esempio Amazon possiede dati del territorio superiori a quelli degli Stati.
Per il docente, per gestire la sovrappopolazione nel futuro si pensa a moduli abitativi, creati sulla terra e inviati sulla Luna, popolando lo spazio. Un esemlio sarebbe il “Moon village” promosso da da Elon Musk che garantirebbe l’autosufficienza nello Spazio.
Cuppini ha concluso affermando che la fantascienza degli anni Sessanta sta trovando conferma in quanto sta realmente accadendo ai nostri giorni.