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Primarie PD, Bonaccini a Reggio Calabria: “Tante le istanze, fra autonomia e ponte sullo Stretto. Ora gli elettori decideranno alle urne”

“A me pare che un clima così civile da tanto tempo non si vedesse. C’è rispetto, amicizia. Ed è giusto che sia così, perché al netto di differenze che ci sono, altrimenti non ci saremmo candidati. Credo che debba essere così, perché da dopodomani dobbiamo tornare tutti insieme togliendoci le magliette che abbiamo indossato in questa campagna”.

Lo ha detto il candidato alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini parlando a Reggio CALABRIA, a margine di una iniziativa in vista delle primarie del partito di domani.

“Se io dovessi prevalere – ha aggiunto – chiederò ad Elly, ma anche agli altri due contendenti, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli, se hanno voglia di darmi una mano, perché è così credo che ci si debba comportare. Vorrei ricordare che l’avversario è la destra, non qualcuno all’interno del Partito Democratico. Cosa che, purtroppo registro, si è verificata negli anni passati. E anche qui serve un cambio di passo”.

“Sono gli elettori che decideranno – ha proseguito – C’e’ stato un ottimo risultato tra gli iscritti, ho superato il 50% con quasi venti punti di distacco, pero’ quello era il primo era della partita. Il secondo tempo si gioca domani e speriamo che venga tanta gente e, ovviamente, spero di farcela”.

Bonaccini, parlando stamane a Reggio Calabria, ha poi continuato: “Timori per il condizionamento di infiltrati sulle primarie? Ma no. Mi auguro proprio di no. Penso che dobbiamo viverla come una grande festa democratica e spero che tutto proceda regolarmente, senza condizionamenti esterni”.

“Costruire un nuovo gruppo dirigente senza puntare l’indice contro nessuno, ci mancherebbe, ma veniamo da troppi anni di sconfitte. Ed e’ normale, fisiologico, che chi ci ha portato alla sconfitta debba per una volta, dopo tanti anni, andare in panchina”: cosi’ ha affermato Stefano Bonaccini, indicando il primo atto politico che decidera’ se verra’ eletto.

“Abbiamo bisogno di ripartire dai territori dove abbiamo tante amministratrici e amministratori locali, che hanno dimostrato grande valore- ha detto ancora Bonaccini – Voglio ricordare che governiamo i due terzi dei comuni italiani e abbiamo la squadra piu’ larga ed allenata che nessun altro partito politico puo’ mettere in campo”.

Proseguendo il suo intervento ha poi sostenuto: “Sul piano delle iniziative politiche, chiederei che si vada presto in piazza, davanti ai luoghi di lavoro ai bar, per raccogliere le firme per una proposta di legge popolare per introdurre il salario minimo legale per cancellare la vergogna di questo Paese dove ci sono troppe ragazze e troppi ragazzi che lavorano per due, tre euro, all’ora senza alcuna tutela. Non e’ degno di un Paese civile”.

Sulla proposta di autonomia differenziata,  Bonaccini ha poi detto che “la sinistra storicamente, in questo Paese, per prima ha voluto l’autonomia per dare piu’ potere ai comuni e ai territori. Quella di Calderoli, invece, e’ profondamente sbagliata, irricevibile perche’ spaccherebbe in due il Paese, a cui opporsi duramente. D’altra parte, anche nel metodo c’e’ qualcosa di clamorosamente inaccettabile. Il ministro era venuto poco prima di Natale in Conferenza delle Regioni, io e tanti altri avevamo detto che era irricevibile e lui ha risposto dicendo che era solo una bozza di lavoro. Dopodiche’ hanno fatto un Consiglio dei Ministri perche’ serviva uno scalpo da dare alla Lega in vista delle elezioni in Lombardia. Una autonomia differenziata che rischia di lasciare i residui fiscali alle regioni del nord, significa secessione. D’altra parte, su scuola e sanita’, rischi di creare le condizioni potenziali nel Paese dove ognuno si fa la sua pubblica istruzione”.

Secondo Bonaccini, “autonomia differenziata significa definire i livelli essenziali di prestazioni perche’ tutti sappiano cosa gli spetta, significa colpire la burocrazia, tassa odiosa per cittadini, famiglie e imprese, e dare programmabilita’ certa agli investimenti. Perche’ oggi chi amministra un comune, una provincia o una regione, non sa mai quanto gli spetta, e in queste condizioni si fa fatica a programmare”.

“La Sinistra non può essere contro la richiesta in sé di più autonomia. Perché è la Sinistra che ha puntato a dare più potere ai Comuni, alle Autonomie locali, ai territori. Il problema è che l’autonomia differenziata che propone Calderoli è una proposta sballata che spaccherebbe in due il Paese. Che non è ricevibile e sulla quale bisogna fare un’opposizione molto dura”. Ha spiegato il candidato Pd.

Infine, riguardo al progetto del Ponte sullo Stretto Bonaccini ha espresso la sua opinione affermando: “E’ un tema portante che sentiamo da decenni, da quando ho iniziato a far politica, ed ero molto giovane. Sono stato in Sicilia, ma forse vale anche per la Calabria, pare che ci sarebbero delle infrastrutture nel territorio che sarebbero da sistemare. In Sicilia ho toccato con mano che per fare anche pochi chilometri a volte ci si mette ore. Bisognerebbe partire dal garantire collegamenti ferroviari e stradali che fossero molto più facilitati. Dopo di che discutiamo di quel che volete. Ma a me pare che non è certamente una priorità”.

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