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Aumento stipendi dei direttori della sanità calabrese, la senatrice Bianca Laura Granato: “Bisogna garantire il diritto alla cura non i conti correnti dei manager”

“Mentre continuiamo a registrare e raccontare drammatici episodi di malasanità, della rete dell’emergenza-urgenza che fa acqua sa tutte le parti a causa della carenza di medici, malpagati e maltrattati, e di operatori sanitari sottoposti a turni massacranti, arriva la notizia di una proposta di legge balneare, depositata dai capigruppo di maggioranza in Consiglio regionale – e pronta a essere discussa nella seduta di venerdì 29 luglio – che prevede l’aumento degli stipendi dei manager della sanità calabrese per un costo complessivo aggiuntivo di un milione di euro all’anno. Mi viene in mente solo un aggettivo per etichettare quest’altra brutta pagina scritta dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto, e dalla sua maggioranza: vergognoso”. E’ quanto afferma la senatrice Bianca Laura Granato (Ancora Italia).

“Un vero e proprio blitz per aumentare lo stipendio dei commissari delle Aziende sanitarie che passa dalla modifica dell’articolo 65 approvato nella manovra finanziaria del 2009 dalla Giunta Loiero e grazie al quale si era proceduto a un taglio generalizzato dei costi delle funzioni apicali, compreso lo stesso Consiglio Regionale, il tutto con lo scopo di evitare l’aumento dei ticket – spiega ancora la senatrice Granato -. E come intende coprire questa spesa il commissario ad acta per la sanità? Grazie al Fondo sanitario regionale (un milione di euro). Le risorse disponibili devono essere destinate all’assunzione di medici e personale sanitario, è questo quello che serve per restituire qualità ed efficienza ad un sistema sanitario tra i peggiori d’Italia. Non servono stipendi d’oro – conclude Granato – pagati ai dirigenti ma il giusto riconoscimento e la valorizzazione delle professionalità sui cui si poggia il buon funzionamento della sanità calabrese che garantisce il diritto alla cura e alla salute dei cittadini, non i conti correnti dei vertici delle Aziende sanitarie e ospedaliere”.

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