Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria, con apposita sentenza, ha dichiarato improcedibile il ricorso presentato contro la dichiarata legittima della Legge regionale che impedisce di intervenire sui processi di fusione dei Comuni prima dei 15 anni dalla loro istituzioni, rigettando – di fatto – anche le pretese dei sottoscrittori che avevano presentato, anche con la complicità silente di qualche rappresentante istituzionale del territorio, una proposta di legge popolare per il ritorno alle ormai estinte municipalità di Corigliano calabro e Rossano. Una decisione, insomma, quella dei Giudici, che pone un punto fermo sulla legittimità del processo di fusione che ha dato vita alla città di Corigliano-Rossano.
A darne notizia è Giuseppe Graziano, Consigliere regionale e Presidente di Azione Calabria, nonché estensore e firmatario della Legge regionale sulla Fusione di Corigliano-Rossano (L.R. n. 2/2018), commentando la sentenza emessa dal Giudice della Prima sezione del TAR di Catanzaro ieri (giovedì 17 luglio).
«Ancora una volta, la giustizia amministrativa ha posto un sigillo inequivocabile sulla lungimiranza del progetto di fusione che ha unito Corigliano e Rossano, creando una delle più grandi realtà urbane della Calabria e d’Italia. Questa sentenza del TAR, che respinge le pretese di coloro che hanno tentato di imbastire l’ennesima sortita legale contro il chiarissimo esito referendario del 2018, è un monito per i disfattisti. Il Tribunale ha infatti riconosciuto la validità della Legge regionale che stabilisce come, per i primi quindici anni dall’entrata in vigore della legge istitutiva di un nuovo Comune derivante da fusione, non è possibile procedere a modifiche territoriali tramite iniziativa popolare. È un principio di buon senso, volto a garantire un tempo minimo di assestamento a processi complessi come quello della fusione, favorendone il consolidamento.»
«Nessun passo indietro, dunque. Nessun ritorno a quelle autonomie – sottolinea il Consigliere regionale padre della Legge sulla Fusione più grande d’Italia – che, per decenni, hanno significato frammentazione e immobilismo, impedendo a questo territorio di esprimere appieno le sue straordinarie potenzialità. Corigliano-Rossano è una grande città, una realtà dai potenziali enormi e con prospettive che, proprio grazie alla fusione, potrebbe renderla il luogo ideale per vivere, produrre e creare sviluppo in Calabria. È un peccato amarissimo constatare che in questi primi otto anni di governo della nuova città non è stato fatto nulla per mettere a frutto queste grandissime potenzialità. Anzi, si è lavorato, talvolta con disarmante perseveranza, affinché gli storici e ingiustificati campanilismi tra le due anime della città si accentuassero ancora di più, frenando ogni slancio e ogni visione futura. La fusione non è un punto di arrivo, ma un’opportunità da cogliere appieno, e questa sentenza ci rafforza nella convinzione che la strada intrapresa è quella giusta. Ora – conclude Giuseppe Graziano – serve recuperare il tempo perso e serve la volontà politica di percorrere questo processo fino in fondo, nell’interesse esclusivo dei cittadini e del futuro di Corigliano-Rossano».