Il nuovo atto aziendale dell’Ospedale di Cosenza presenta delle clamorose incongruenze. La prima riguarda i Dipartimenti i Oncoematologia, dove si registra la presenza del nuovo Reparto di Oculistica che per quanto riguarda i tumori non ha notoriamente una casistica. È, invece, rimosso, sic et simpliciter, il Reparto di Radioterapia che ha una valenza specifica per i tumori, a sua volta collocato nel Dipartimento dei Servizi. Pur non avendo una particolare competenza, suona molto strana una decisione del genere. Si limita sicuramente l’azione della programmazione nel campo dei tumori, dove la nostra Regione è il fanalino di coda in maniera vergognosa sia per la prevenzione sia per la cura dei tumori. Non si comprende, dunque, la scelta per l’Ospedale che è il punto di riferimento per tutta la Provincia oltre che per la città di Cosenza per le cure Radioterapiche dei tumori.
Il sospetto, malizioso, che trapela è una sorta di “aggiustamento” per le funzioni apicali. In soldoni, chi dovrebbe guidare il Dipartimento di Oncologia, oggi affidato al Direttore del Dipartimento di Radioterapia, domani potrà essere, secondo la programmazione, uno dei Primari Universitari del Dipartimento.
Ma oltre alla clamorosa scelta del Dipartimento di Oncoematologia, dove si toglie la Radioterapia e si inserisce l’Oculistica, ci sono alcune indicazioni che hanno il sapore della fantasia creativa. Nel Dipartimento di Diagnostica e Radioterapia viene collocata l’Unità di Terapia del Dolore, anche questa una delle strutture che ha un compito importante nella patologia tumorale, soprattutto per la presenza di una Unità Semplice per le Cure palliative, tra l’altro inserita tra Radiologia Neuroradiologia e Radioterapia.
Evidentemente, la programmazione per i tumori nell’Ospedale di Cosenza ha lo schema del gioco dell’Oca.
Ma la fantasia del Direttore Generale, Dr. DE Salazar, non finisce qui. Sicuramente, la grande esperienza tra Ospedali Romani e Cimiteri Romani lo ha arricchito di fantasia creativa. Infatti, nel Dipartimento di Emergenza e Urgenza viene collocata una nuova Unità Operativa a conduzione Universitaria: la Chirurgia Vertebrale e degli Arti. Nello stesso Dipartimento rimane la UOC di Ortopedia, che, immagino, si occuperà del resto del sistema osseo, del bacino e di qualche ossicino residuo.
Non mi soffermo su altre scelte che hanno il sapore di strategie che poco hanno a che vedere con la salute pubblica, almeno come impressione di cui vorrei sbagliarmi.
Tuttavia, mentre tutte le statistiche ci dicono che la sanità calabrese è agli ultimi posti in Europa ed è necessario un vigoroso scossone, viene presentato un atto che, almeno in apparenza, presenta incongruenze. Incongruenze che sicuramente non aiutano a diminuire la migrazione sanitaria e i servizi al cittadino.
Infine, ci auguriamo che il processo di collaborazione tra Università e Ospedale non sia un nuovo spazio per attività private, come denunciato di recente, e che per i Direttori indicati dall’Università non ci sia solo un aumento delle visite intra moenia, ma che si dia spazio a tutti i cittadini.
L’Università non è un luogo di cura ma di ricerca e la sede dell’Ospedale deve rimanere nella Città di Cosenza. Occorre, pertanto, pensare alla salute dei cittadini, mentre queste incongruenze che appaiono come servizi per alcune persone non sono utili né in un Ospedale, né in un Policlinico Universitario.
Per tutti questi motivi, insieme al Circolo Giuseppe Saragat sezione Gaspare Conforti, chiediamo al sindaco di Cosenza, Franz Caruso, di intervenire presso la Regione Calabria affinché si ridefinisca l’attuale atto aziendale, modificandolo a favore esclusivo dei cittadini, della loro salute e delle cure che devono affrontare.