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Reggina: gli altri spendono, mentre al Sant’Agata si “continua a suonare”

di Paolo Ficara – Se gli slogan fossero soldi, probabilmente la Reggina sarebbe la grande favorita per vincere il campionato di Serie D. Fino alla mattina del 2 agosto, calcisticamente parlando invece, era complicato effettuare pronostici. Adesso si conosce la composizione dei gironi. Ed in quello degli amaranto, oltre alla presenza già scontata delle equipaggiate Siracusa e Nissa, si registra anche quella della Scafatese.

Il proprietario della Scafatese è Felice Romano. Re – lui sì che può definirsi tale – delle conserve, con l’ultimo fatturato attestatosi a 297 milioni per la sua ditta di San Marzano. Non ha badato a spese, per prendere giocatori di massimo livello per la Serie D. Più qualche lusso, come Carlos Embalo.

Non sappiamo se la Scafatese debba considerarsi come favorita per vincere il girone I, anche perché a calcio non si vince solo coi soldi. E le squadre vanno assemblate, così come gli spogliatoi vanno gestiti. Sappiamo solo che ad oggi, il titolare più pagato della Reggina – quindi senza contare Rosseti, che titolare non è – corrisponde forse al titolare over meno pagato della Scafatese.

Quindi, se già non bastavano Siracusa e Nissa, affermare oggi che la Reggina possa arrivare prima nel girone I della Serie D, equivale a dirsi convinti che la Fiorentina vincerà lo scudetto.

Siamo per l’appunto ad agosto. A settembre 2023 il mantra era “aspettiamo dicembre”. Poi abbiamo aspettato sia dicembre che gennaio, ed è stato fatto passare il messaggio che era inutile spendere per un campionato già perso. Dopodiché i soliti falsari dell’informazione hanno ripetuto che c’erano fior di giocatori già bloccati per la stagione 2024/25. Bloccati da chi non si sa, dato che a giugno il direttore sportivo Maurizio Pellegrino ha preferito fare le valigie. Rinunciando ad un bel contratto. E non venendo nemmeno sostituito.

Sta di fatto che siamo a luglio e sono stati ingaggiati due validissimi centrocampisti come Laaribi e Ba, peraltro complementari con Barillà per un centrocampo a tre, a condizioni contrattuali vantaggiose per la società. Per il resto, una selva di calciatori dati per contesi con altri club dalle cronache di calciomercato, non si sono accasati a Reggio. Sugli under sorvoliamo: non vorremmo urtare la sensibilità né dei ragazzi in questione, né dei genitori che magari fanno sacrifici con il sogno di vederli diventare professionisti.

E nel frattempo, è passato pure luglio.

Adesso c’è anche la Scafatese. E rimane un mese abbondante di calciomercato. Questa Reggina, se vuole perlomeno competere per il primo posto, deve assolutamente ingaggiare almeno due giocatori forti di Serie C. Ed almeno due under importanti, ferratisi nei campionati Primavera 1 o Primavera 2. Dato che quelli bravi di Serie D, chi ce li ha o se li tiene stretti oppure li vende in categorie superiori.

Se ci sono i soldi, vanno spesi. Se Ballarino riesce a rinforzare concretamente una squadra già arrivata a 29 punti dal Trapani, a maggio 2025 siamo pronti a sollevarlo in aria come Oronzo Canà. Altrimenti nemmeno salendo sulla vetta dell’Everest riusciremmo a scorgere un sano e valido motivo, per continuare a spingere questo carrozzone alla guida della Reggina. Saggezza imporrebbe di alzare le mani, ammettere di non essere adeguati al naturale obiettivo della piazza, e chiedere al sindaco di far uscire allo scoperto i soggetti interessati a rilevare il club per tempo.

Ma è da svariato tempo che la saggezza vi insegue, e voi siete sempre più veloci.

In tutto questo, pagheremmo noi per entrare un giorno nella testa del primo cittadino Giuseppe Falcomatà. Col timore di poter capire immediatamente di aver perso i soldi. Il sindaco si è recato, assieme al suo vice Brunetti, al Sant’Agata in occasione della sgambata di giovedì tra Reggina e Taurianova. Non è dato sapere cosa abbia detto alla squadra. Più che altro, sarebbe utile sapere cosa sia andato a fare.

Falcomatà è lo stesso che parlava random, cioè senza domande specifiche, dell’esigenza di non vivacchiare in Serie D come Reggina. E della volontà di non chiudere la porta a nuovi investitori. Falcomatà è anche lo stesso che se le è fatte suonare in casa propria, cioè a Palazzo San Giorgio, da Ballerino. Prima con qualche fuga di notizie sulla cifra massima investibile per il marchio, poi con dichiarazioni no-sense però congiunte.

Ci sembra la scena in cui Lino Banfi viene accolto all’ingresso di un locale, da un menestrello impertinente che lo ridicolizza davanti a tutti. Il personaggio che impersonifica il commissario Auricchio nel film “Fracchia la belva umana”, tira fuori il distintivo mentre lo sfida a continuare. Qui il sindaco non risponde, non fa valere la propria carica, ma si limita solo a far proseguire la presa in giro verso sé stesso e la città che rappresenta. “Continui, continui… continui a suonare”.

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