Nel ringraziare la dirigente scolastica Maristella Spezzano e la presidente del Comitato provinciale Pgs di Reggio, Filomena Iatì, il sindaco Giuseppe Falcomatà ha rilanciato “l’importanza di un’iniziativa che vede la Città Metropolitana orgogliosamente partecipe e protagonista”.
“Ritengo – ha detto Falcomatà – che quando si parla di sport e dei valori che lo sport deve incarnare, oltre ai ragazzi debbano essere coinvolti anche gli adulti. Nei nostri campi da gioco, sempre più frequentemente, vediamo genitori che vogliono fare gli allenatori in campo. Non va bene perché, se a quella passione non si pone un freno, si rischia di arrecare un danno che i ragazzi e le ragazze si porteranno nel tempo, quasi fino ad odiare lo sport e i valori connessi ad esso: il sacrificio, la solidarietà, il rispetto per gli altri e l’inclusione”. “E’ mortificante – ha aggiunto – dover vedere ragazzi che, non appena sbagliano un passaggio, volgono lo sguardo verso il loro genitore in tribuna avvertendo un senso di colpa. Invece, bisognerebbe essere capaci di condividere, con i propri figli, la bellezza di quello che è un momento di svago, una distrazione, un divertimento che non può trasformarsi nella prosecuzione di un dovere. Non lamentiamoci, dunque, se i ragazzi più crescono e più abbandonano l’attività sportiva. E non è un caso se si parla, sempre più spesso, di crisi dei settori giovanili”. “Noi per primi – ha continuato il sindaco metropolitano – dovremmo far capir loro che è solo un gioco. Noi dobbiamo interpretare lo sport per quello che è: un diritto di cittadinanza”.
“Naturalmente – ha proseguito Falcomatà – c’è poi un’altra parte, drammatica, connessa alle scommesse e alla ludopatia che riguarda i ragazzi e, come abbiamo visto, anche gli sportivi professionisti. Conosciamo tutti alcuni casi eclatanti assurti agli onori della cronaca e che, tuttavia, potrebbero essere solo la punta dell’iceberg di un problema più serio. Le istituzioni, in questo senso, possono fare molto, prima di ogni cosa collaborando con le associazioni, promuovendo un dialogo inter-istituzionale e copiando le buone pratiche di altre città”. “Una delle mie prime ordinanze – ha ricordato – è stata, mutuando un’attività positiva del Comune di Bergamo, quella di vietare l’apertura di centri scommesse nelle vicinanze delle scuole. Risolve il problema? Sicuramente no, ma è comunque un deterrente affinché non esistano, nei paraggi delle agenzie educative per eccellenza, luoghi che possano rappresentare tentazioni che, se non adeguatamente tenute a bada, sono capaci di alimentare disturbi e condurre ad ossessioni in grado di rovinare esistenze”.