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La Casa Editrice Rubbettino compie 50 anni: una storia di successi tra cultura e innovazione

La Casa Editrice Rubbettino compie 50 anni. Nel 1972, quando il fondatore Rosario Rubbettino mise il primo mattone a Soveria Mannelli, nella Presila catanzarese, per edificare quella che oggi e’ una delle piu’ importanti aziende della Calabria, il nucleo aziendale era costituito da una tipografia e da una piccola casa editrice. Oggi la stamperia e’ una moderna azienda tipografica che offre servizi a molte altre case editrici italiane e la produzione editoriale si e’ intensificata e qualificata fino a imporsi come punto di riferimento imprescindibile per quanti, a vario titolo, si occupano di economia, politica e scienze sociali, grazie anche alla collaborazione di un gruppo di intellettuali del calibro di Dario Antiseri, Lorenzo Infantino, Massimo Baldini e Sergio Ricossa.

Da questo piccolo centro calabrese la Rubbettino ha proiettato la sua influenza nel Paese fino a essere considerata una delle case editrici italiane piu’ prestigiose, un punto di riferimento riconosciuto soprattutto per i suoi testi di saggistica. “Un grande network – si legge sul sito dell’azienda – capace di unire studiosi, docenti universitari, fondazioni, enti, politici, tutti accomunati dal desiderio di approfondire e divulgare i temi e le policy del liberalismo all’interno del mondo politico, dell’accademia e della societa’”. Oltre 5.000 libri in catalogo, a cui si aggiungono quelli stampati per conto di altre aziende.

Rubbettino opera fra la manifattura e la cultura creativa, si occupa di tutto quello che ha a che fare con il ciclo completo della stampa. Cura anche il packaging cartaceo per molte aziende farmaceutiche, agroalimentari e cosmetiche. Tutto questo in una paesino montano di 3.000 anime, a meta’ strada tra Cosenza e Catanzaro, da dove Florindo e Marco, figli di Rosario, non hanno voluto mai spostarsi. Il primo e’ Ceo del gruppo, il secondo e’ direttore generale della Rubbettino Print, che e’ il ramo industriale del gruppo, e della casa editrice Rubbettino che e’ il ramo prettamente editoriale. Circa 90 dipendenti, a cui si aggiungono altrettanti occupati nell’indotto, e poco meno di 10 milioni di fatturato. “La storia – dice all’AGI Florindo Rubbettino – e’ tipica di un “Made in italy fatto di imprenditori caparbi che hanno voluto costruire dal nulla un loro progetto di lavoro. Siamo un’impresa, ma soprattutto siamo un’impresa culturale. Nella visione di mio padre la cultura era un elemento che poteva cambiare le cose. Lui e’ partito da zero per costruire delle cose che oggi esistono e che incidono sia nella realta’ economica, sia in quella sociale e cultuale”. Portare il peso di una storia aziendale di mezzo secolo comporta delle enormi responsabilita’.

“Abbiamo – spiega Rubbettino – la responsabilita’ principale di immaginare almeno i prossimi 50 anni, disegnare delle traiettorie che siano all’altezza di quello che e’ stato fatto in passato. Negli anni che verranno, la cultura avra’ un grande ruolo, perche’ saranno tempi complicati, difficili e complessi in cui non sara’ facile immaginare traiettorie senza l’innesco del pensiero e della cultura. Il nostro lavoro e’ questo e guardiamo con fiducia al futuro con un grande carico di responsabilita’”. La distanza dai grandi centri culturali del Paese non e’ un limite, ma un valore. Florindo Rubbettino continua a ripeterlo. “Negli anni – dice – ho scoperto che ci sono tante imprese in territori periferici. Il nostro, come quello di altri, e’ l’esempio che non bisogna mettere le difficolta’ davanti all’impegno. Non bisogna crearsi degli alibi. A volte il territorio puo’ diventare il motore di un successo. Di fronte all’omologazione e alla globalizzazione, e’ venuto fuori il valore dell’identita’ dei territori. Quando un’azienda incoprpora nei suoi prodotti e nel suo lavoro il valore del territorio, ha un valore aggiunto. Non siamo uno dei 100 editori di Milano, uno dei 100 editori di Roma, ma siamo un editore di un’area interna della Calabria e questo fa la differenza”. Se si domanda a Rubbettino quale e’ stato il suo maggiore successo, risponde: “Piu’ che di successo parlerei di risultato, quello di aver costruito un’impresa sana, fatta di persone, in cui ognuno contribuisce al bene dell’azienda e trae dall’azienda la dignita’ del lavoro e la sua dignita’ di vita. Abbiamo provato a mantenere questo profilo negli anni e ancora oggi, nell’epoca dei grandi cambiamenti, siamo un’azienda familiare con dei valori, un’identita’ e con delle persone che sono al centro dell’azienda. Questo e’ un grande risultato”. Sulla dimensione umana dell’azienda insiste anche Marco Rubbettino.

“Per me – spiega – e’ stata soprattutto un’esperienza di vita oltre che di lavoro perche’ ho visto gli sforzi di mio padre nella fase di lancio e di crescita dell’azienda ed ho ereditato quasi al volo questo testimone a causa della sua scomparsa prematura. Il suo esempio e’ stato fondamentale per portare avanti il suo lavoro in questi 22 anni senza di lui. L’azienda e’ cresciuta molto, si e’ trasformata. Abbiamo cercato di essere al passo con i tempi sia dal punto di vista tecnologico sia dal punto di vista del pensiero. Cercheremo anche per il futuro di procedere su questa strada, rilanciando gli aspetti immateriali”.

La Rubbettino ospitera’ il “parco carta”, un parco di arte contemporanea che sara’ ospitato dall’azienda e sara’ inaugurato proprio per celebrare i 50 anni di attivita’. Ma sara’ solo il primo passo, aggiunge Marco Rubbettino, a cui spero possano seguire l’allestimento di un museo della stampa e dell’editoria. “Puntiamo – aggiunge – su nuovi investimenti culturali ed immateriali per il prossimo futuro, oltre che, ovviamente, a consolidare la posizione dell’azienda sulla parte editoriale ed industriale”. I tempi, per qualunque attivita’ produttiva, non sono dei migliori data la congiuntura conseguente alla pandemia e alla guerra in Ucraina. L’editoria non fa eccezione, ma il messaggio di Marco Rubbettino e’ incoraggiante: “Parto da un messaggio di fiducia, di ottimismo e di speranza. Io – dice – credo che questa situazione presto passera’. Spero che il mercato trovi la strada per riequilibrare le cose. Certo e’ che se dovessimo continuare ancora a lungo in questa situazione anche noi saremmo in difficolta’ per via di costi ormai stellari, improponibili. Al contrario, stipendi e salari sono fermi e di conseguenza anche l’industria del libro ne risente. Ma io sono fiducioso e credo che nei prossimi mesi qualcosa cambiera’”.

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