di Paolo Ficara – Diritto sportivo e codice di crisi impresa. Questo il dilemma di base, inerente il piano di ristrutturazione dei debiti presentato dalla Reggina, la cui approvazione è prevista per il 19 aprile. E le scadenze federali, che dettano tempi diversi e non attendono nessuno. Un passaggio significativo e che potrebbe diventare molto importante per gli amaranto, è avvenuto martedì in Consiglio Federale:
Il presidente federale ha condiviso con l’intero Consiglio la preoccupazione sul rischio di tenuta del sistema e dell’equilibrio competitivo a seguito dell’ennesimo provvedimento legislativo che riconosce il rinvio delle perdite di esercizio e che si aggiunge alle fattispecie riconosciute dal Codice di Crisi dell’Impresa con le correlazioni con le normative federali. A tal proposito, Gravina ha ottenuto delega, di concerto con i presidenti delle componenti federali, per studiare una serie di norme di coordinamento tra questi provvedimenti e la normativa federale.
Parafrasi. Con l’attuale codice di giustizia sportiva, la Reggina incapperebbe in un deferimento – non ancora comminato – e verrebbe giudicata in primo grado dal Tribunale Federale, per le scadenze federali saltate. Fin qui, quella del 16 febbraio ma con dietro l’angolo il differimento del 16 marzo per il cumulo Inps. Nonché il bimestre lordo gennaio-febbraio 2023 da versare entro il 16 aprile, considerando che appunto il Tribunale di Reggio dovrebbe pronunciarsi tre giorni dopo.
Con le eventuali modifiche ed integrazioni al cgs che verranno proposte direttamente dal presidente Gabriele Gravina, in merito alla sintonia con il codice di crisi d’impresa – attivato dalla Reggina -, qualora tali riforme entrassero in vigore con effetto immediato si potrebbe paradossalmente vincere un ricorso in secondo o terzo grado, già all’interno della giustizia sportiva.
Una nota che dunque lascia ben sperare la Reggina, circa la non alterazione della propria classifica con una eventuale penalizzazione. In una lunga intervista concessa al Corriere dello Sport, il massimo dirigente Marcello Cardona ha ribadito il mancato via libera del Tribunale per onorare la scadenza del 16 marzo.
Il co-proprietario Angelo Ferraro ha così risposto circa il rafforzamento copioso dell’organico in estate, nonostante la situazione debitoria: “Non è affatto vero che abbiamo fatto progetti faraonici. Molti giocatori li abbiamo ereditati, poi abbiamo puntato su giovani in prestito, è stato bravo il ds Taibi a scegliere Fabbian, Pierozzi e Contini. Hernani? Altro elemento non di proprietà. L’unico sforzo è stato fatto per Santander, che non si è integrato ed a gennaio è andato via”.
Poi un retroscena svelato dal presidente Cardona, circa il mercato di gennaio: “Il Tribunale ha detto no al tesseramento di Forte, un nostro obiettivo dichiarato”.