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Sentenza ‘Rinascita Scott’, tolte imprese e attività commerciali alla ‘ndrangheta vibonese: tutte le confische

Un vero e proprio impero economico sottratto alla criminalità organizzata. Diverse confische di beni sono state disposte dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia con il dispositivo della sentenza Rinascita Scott letta oggi in aula.

Sigilli a diverse imprese, attività commerciali e società, dalla ristorazione alla rivendita di auto sino al commercio di frutta e verdura per finire ad un tabacchino, riconducibili ad alcuni dei condannati, diversi dei quali avrebbero fatto da prestanome per gli interessi dei clan del Vibonese.

Queste le confische: l’impresa individuale “Lo Bianco Orazio” e la società “Paradiso srl” con sede a Vibo Valentia; l’impresa individuale “Lo Bianco Michele”, “Elite Cafe'”, entrambi a Vibo, “Tabaccheria di Cugliari Maria Teresa”; “Bar La Vela”; “Super auto di Pititto Angela” a Mesiano di Filandari; ditta individuale “Surace Cristian” di Cessaniti; ditta individuale “La Piana Giuseppe Agri srls” di Cessaniti; “Italiantrade srl”, societa’ interessata all’acquisto di un albergo a Vibo Valentia; società “Gsrb srl”; “società C&c srl”; società “Fides sas”; società “Ottantasei srl”; società “Naturella frutta” con sede a Vibo; “I Dolci sapori” di Zinna’ Daniel e “I dolci sapori” di Ventrice Orsola, con sede a Sant’Onofrio; il bar “Mi.Ami” di Pizzo; un’autovettura “Range Rover modello Evoque”; la ditta “Mc Metalli srl”; “Fortuna Costruzioni srl”; F&G srls”; la tabaccheria di “Serratore Rosa” con sede a Sant’Onofrio; il ristorante “La Villetta” a Tropea, la societa’ “Futura srl”.

Sono diversi gli imprenditori finiti sotto processo nell’ambito dell’inchiesta Rinascita Scott. Per alcuni si registrano pesanti condanne, avendo il Tribunale collegiale di Vibo Valentia ritenuto provati i contatti ed i rapporti con i clan di ‘ndrangheta dei Mancuso di Limbadi e Lo Bianco di Vibo Valentia.

Tra loro, le condanne più alte si registrano per i fratelli Mario e Maurizio Artusa, condannati rispettivamente a 21 e 18 anni di reclusione per associazione mafiosa, titolari di diversi negozi di abbigliamento di prestigiose marche a Vibo Valentia e Lamezia Terme.

Condanna a 20 anni e 2 mesi di reclusione anche per l’imprenditore Gianfranco Ferrante, titolare di un importante attivita’ di ristorazione (bar, pasticceria e tavola calda) nei pressi dell’ospedale di Vibo, così  come condanna a 9 anni si registra nei confronti dell’imprenditore Antonino Delfino con attivita’ imprenditoriali a Gioia Tauro e Roma. Per l’imprenditore Mario Lo Riggio (titolare anche di una concessionaria di auto) – ritenuto vicino ai clan di San Gregorio d’Ippona e Vibo Valentia – condanna a 17 anni di carcere.

Condanna a 18 anni, invece, per l’imprenditore edile di Limbadi Francesco Naso e 16 anni per l’imprenditore edile Antonio Prestia, mentre il costruttore Francesco Michelino Patania, già vicepresidente della Vibonese Calcio e’ stato assolto a fronte di una richiesta di condanna a 19 anni di carcere.

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