“Nei giorni scorsi al villaggio rosso di Polistena, dopo che è stata ammainata e cancellata ignominiosamente la bandiera del Partito Comunista Italiano (ovviamente nella consueta opacità e mancanza di trasparenza politica che caratterizza i comportamenti del sindaco polistenese), è stata rispolverata l’associazione generazione.com, fondata nel 2018, dal sindaco di Polistena, a proprio uso e consumo, insieme alla società coop. Genera a r.l., solo qualche giorno dopo la scomparsa di Girolamo Tripodi. Un disegno, evidentemente, già predisposto da tempo ed ufficializzato dopo, a dimostrazione che l’operazione di cancellazione della memoria di Girolamo Tripodi, era comunque cominciata sotterraneamente. Un’operazione costruita alle spalle dello stesso, poiché quando ancora lui era in vita si sarebbe chiaramente opposto contro quella scellerata deriva.
Queste scatole cinesi vengono resuscitate alla bisogna, dal sindaco di Polistena.
Un primo momento da sottolineare è quando, con un’operazione dubbia e discutibile sul piano etico e morale, viene effettuato un ingente trasferimento di fondi pari ad euro 5.000,00 (cinquemila/00), che vengono prelevati dalle casse della Sezione del Partito e che erano frutto dei contributi volontari al Partito, tra cui certamente c’erano i generosi contributi elargiti dal sen. Girolamo Tripodi. Questi soldi furono spostati arbitrariamente alla società cooperativa Genera a r.l., costituita nell’aprile 2018, solo pochi giorni dopo la scomparsa di Girolamo Tripodi. Ma a cosa furono destinate queste consistenti risorse economiche, frutto ripetiamo del contributo volontario dei militanti del Partito Comunista? Udite, udite: questi soldi, a seguito di una scrittura privata del maggio 2018, sottoscritta tra il sindaco di Polistena e la suddetta cooperativa, con la quale viene deciso “il trasferimento alla cooperativa di 500 copie” dell’opuscoletto del sindaco, pretenziosamente intitolato, “il manifesto del comunismo digitale”, “a fronte del riconoscimento delle spese sostenute per la stampa”, servono per pagare le 500 copie dell’opuscoletto, non per le spese di stampa, come falsamente indicato, ma al costo di copertina. Siamo di fronte ad una grave forzatura rispetto alla destinazione originaria; inoltre, dal titolo, emerge chiaramente come l’autore dell’opuscoletto, ritenesse, con la sua supponenza e presunzione, di avere scritto un capolavoro, addirittura il nuovo manifesto del XXI secolo, in sostituzione del Manifesto del Partito Comunista di Marx e Engels. Ovviamente l’opuscoletto si è rivelato un flop colossale per la sua assoluta inconsistenza politica, mancanza di contenuti e nullità teorica, tant’è vero che è finito nel dimenticatoio delle cose inutili, salvo a far scomparire cinquemila euro di soldi dalla Sezione del Partito: come si vede siamo di fronte ad un comportamento vergognoso e contrario al costume e all’etica comunista, che sarebbe stato duramente condannato e impedito dal compagno Girolamo Tripodi che, sempre coerente agli ideali comunisti, non ha mai utilizzato i soldi del Partito per scopi personali e non avrebbe certamente consentito questo uso anomalo e improprio. Ma, la coop. Genera dura poco (ancora oggi, a circa sei anni dal suo frettoloso scioglimento, non si sa perché). Infatti, conclusa l’operazione riguardante i cinquemila euro, la società cooperativa Genera a r.l. viene sciolta, anche se, come al solito, non si dà alcuna spiegazione né informazione, né si sa se davvero furono trasferiti gli opuscoletti o se invece i fondi sono finiti altrove e non si sa neppure se dopo lo scioglimento della cooperativa i cinquemila euro sono stati restituiti al partito, come avrebbe dovuto essere. I conti non tornano e l’opacità è assoluta. E se i conti non tornano per una vicenda riguardante un importo di 5.000 euro, figuriamoci cosa può accadere se una modalità gestionale anomala e profondamente viziata di questa natura viene trasferita nell’amministrazione di un comune come quello di Polistena: ecco spiegati i disastri, il degrado e l’isolamento che hanno pesantemente penalizzato Polistena, a causa della pessima amministrazione del fallimentare sindaco.
il secondo momento in cui si segnala l’esistenza in vita della fantomatica associazione generazione.com è quello di questi giorni, quando il sindaco di Polistena per ottenere l’agognata candidatura regionale nel centrosinistra di Pd, M5s, Avs, Renzi, ecc., fino a ieri dileggiati e oggi alleati, utilizza la sua associazione casalinga per sostituire totalmente di punto in bianco il PCI e la sezione PCI “A. Gramsci”, che vengono cancellati senza dare alcuna informazione in merito e senza neanche comunicare la macroscopica abiura compiuta. Stavolta, si è proprio oltrepassato ogni limite e, quindi, diffidiamo il nanetto politico a non nominare mai più il nome del gigante Girolamo Tripodi perché Il rispetto a lui dovuto non può essere una opportunistica e strumentale affermazione verbale, che poi non ha mai trovato alcuna conferma nell’agire politico e nella pratica amministrativa che sono stati sistematicamente caratterizzati da una lunghissima serie di vergognose provocazioni e di atti di ostilità per sminuire e sfregiare la figura di Girolamo Tripodi: tentativi indecenti miseramente falliti in quanto ogni angolo della città di Polistena trasuda e ricorda indelebilmente il nome del sindaco storico Girolamo Tripodi.
Ma, come sempre, la nota insulsa del sindaco di Polistena occulta i fatti gravissimi, denunciati dal Movimento per la Rinascita Comunista Calabria, di cui si è macchiato, offendendo la memoria di Girolamo Tripodi e di cui sarà chiamato a rispondere a perenne ricordo del suo comportamento ignominioso. Tuttavia, c’è una nuova vergogna che lo riguarda e che non può essere sottaciuta. Infatti, sfuggendo dai fatti e non sapendo cosa dire a giustificazione delle sue scelte incoerenti, trasformiste e degne del peggiore voltagabbana, il sindaco di Polistena, tenta, come sempre senza riuscirci, di arrampicarsi sugli specchi, facendo riferimento a vicende politiche avvenute, pensate un po’, oltre 25 anni fa (nel 1998/1999), di cui sicuramente molti non si ricorderanno, ma di cui noi abbiamo un ricordo chiarissimo.
Precisiamo, innanzitutto, che la inqualificabile polemica sulle scelte del 1999, contenuta nella nota del sindaco di Polistena (come mai non l’ha fatta allora, quando era invece sempre esageratamente adulatorio e ossequiente), non rappresenta altro che l’ennesimo, reiterato e offensivo attacco frontale contro Girolamo Tripodi. Lo stesso fu innegabilmente protagonista assoluto di quelle vicende politiche e primo sostenitore di quelle scelte a partire dal 1998, e quindi, a seguito della scissione da Rifondazione Comunista, insieme a Diliberto e Cossutta fu tra i fondatori del Partito dei Comunisti Italiani. Detto Partito nacque a Roma nell’ottobre 1998 con una splendida manifestazione a cui partecipò, apparentemente consenziente e plaudente, anche l’attuale sindaco di Polistena allora militante del partito, ma che, evidentemente, già covava l’odio, la cattiveria e la malafede, di cui si è reso pubblicamente protagonista dopo la morte di Girolamo Tripodi. Successivamente alla nascita del PdCI fu costituito il nuovo governo, con la presenza di ministri comunisti, avvenuta per la prima volta dopo la rottura del 1947. A seguire, nel 1999, la coalizione si realizzò nelle regioni, in coerenza e in continuità con la linea nazionale varata l’anno precedente e che era stata condivisa da tutto il partito nazionale, ivi compresa, la sezione di Polistena. Pertanto, in Calabria, con il voto determinante dei due consiglieri regionali del PdCI, nacque la Giunta di rinnovamento presieduta da Luigi Meduri e nella quale il Partito, sì il Partito come corpo collettivo e con i suoi organismi dirigenti, non l’orticello di casa del sindaco di Polistena, indicò all’incarico di Assessore regionale il compagno Michelangelo Tripodi che svolse in maniera eccellente e brillante il suo compito, ottenendo lusinghieri e prestigiosi risultati, che ancora oggi vengono ricordati come espressione di un buon governo fondato sulla risposta ai bisogni sociali prioritari della regione: rimane scolpito nella memoria collettiva il grande progetto denominato “SOS Calabria pulita”, che consentì di fare una gigantesca opera di bonifica e riqualificazione del territorio calabrese, mai avvenuta né prima né dopo, con l’utilizzazione di decine di migliaia di lavoratori forestali calabresi a cui, in tal modo, fu garantito l’aumento delle giornate lavorative e il diritto a continuare l’attività lavorativa anche negli anni futuri. Inoltre, va ricordato che proprio grazie a Michelangelo Tripodi, nella qualità di Assessore al Lavoro, si ottenne un finanziamento straordinario per la Calabria, e, quindi, l’eccezionale risultato della proroga dei contratti di lavoro a decine e decine di migliaia di lavoratori calabresi, quale premessa necessaria per lo svuotamento del bacino LSU-LPU e la stabilizzazione dei lavoratori, avvenuta proprio per l’impegno di Michelangelo Tripodi. Senza dimenticare le riforme innovative e trasformatrici nel campo del demanio e della protezione civile.
Occorre, altresì, aggiungere che con questa polemica assurda e deprecabile, il sindaco di Polistena tocca davvero il fondo, sputando nel piatto in cui ha mangiato per molti anni: infatti, non sarebbe stato consigliere e assessore provinciale né tantomeno sindaco di Polistena se non fosse stato costituito il PdCI e se non fosse stata tracciata quella linea politica che oggi viene disprezzata ignobilmente.
Adesso dopo 27 anni, ovviamente quando non c’è più Girolamo Tripodi che lo avrebbe preso a calci nel sedere, il sindaco di Polistena ci fa sapere di non aver gradito quelle scelte politiche; ma noi ci domandiamo perché non ce lo ha detto 27 anni fa? perché ha aderito al PdCI se non era d’accordo?
La risposta a tutto questo è abbastanza semplice: già da allora il suo comportamento era dettato da opportunismo, trasformismo e camaleontismo politico. Per 20 anni questo personaggio si è camuffato ipocritamente solo per acquisire incarichi politici e istituzionali, da cui era accecato, al punto da cacciare diversi compagni e dirigenti politici valorosi e capaci, che avevano il solo difetto di pensare con la propria testa e di non accettare supinamente i suoi diktat autoritari.
Oggi risulta davvero indecoroso ed infame tirare pietre contro Girolamo Tripodi e le sue limpide scelte politiche, quando fino al 2018 è stato sempre fintamente fedele e opportunisticamente devoto.
Sono trascorsi 20 anni dalla conclusione della lunga e feconda esperienza di Girolamo Tripodi nella qualità di Sindaco di Polistena. Le conseguenze nefaste di quanto accaduto negli anni sono terribili: Polistena non è più la stessa e conosce una gravissima deriva; non è più esempio di buon governo e modello avanzato da imitare.
Dispiace davvero che il lascito di Girolamo Tripodi venga definitivamente sperperato. L’auspicio è che nel prossimo futuro ci possa essere un radicale cambiamento a favore del popolo polistenese che non merita l’odierno vergognoso degrado”.
Così in una nota di Movimento per la Rinascita Comunista Calabria.