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“Caso Miramare”: la vicinanza dei sindaci dell’area metropolitana a Falcomatà era (quasi) un fake. Diverse le prese di distanza dal documento diramato dalla propaganda del sindaco sospeso

di Claudio Cordova – E’ stata intensa, nelle ultime ore, la macchina di propaganda messa in moto dalla comunicazione di Giuseppe Falcomatà e del Comune di Reggio Calabria. Dopo la condanna in Appello per il “Caso Miramare”, numerose le note diramate a sostegno del sindaco doppiamente sospeso. Accade spesso nei periodi di fine impero, dove si deve far passare il messaggio di una barca che tiene la barra dritta, quando, in realtà, è invece alla deriva.

Una delle ultime note diramate dall’Ufficio Propaganda del sindaco sospeso è quella che attribuisce una presa di posizione netta di numerosi sindaci dell’area metropolitana a favore dell’esponente del Pd. Ebbene, forse non ci sono gli elementi per definire quel documento un fake, ma sicuramente nelle ultime ore quella presa di posizione scricchiola non poco.

ECCO IL COMUNICATO DA CUI I SINDACI SI DISSOCIANO >>> I sindaci dell’area metropolitana tutti compatti nel sostegno a Giuseppe Falcomatà: “Limitare responsabilità degli amministratori, abuso d’ufficio e legge Severino bloccano attività amministrativa”

Almeno tre i sindaci di tre importanti centri del Reggino che hanno sentito la necessità di smarcarsi, in parte, dal documento diramato dal megafono di Falcomatà. Alle 11.05 di stamane, il sindaco di Ferruzzano, Antonino Crea: “A seguito del comunicato diramato dagli Uffici della Città Metropolitana di Reggio Calabria per esprimere vicinanza al Sindaco Giuseppe Falcomatà, in cui si riporta la firma di Sindaci e amministratori della Provincia di Reggio Calabria appartenenti a diversi orientamenti politici, il sottoscritto intende sottrarsi ad ogni strumentalizzazione politica dell’espressa “vicinanza”. Difatti, il documento suddetto riguarda un sostegno formale all’abolizione della legge Severino e, in particolare, dell’attuativo decreto legislativo n.235, del 31 dicembre 2012, nella parte in cui prevede la sospensione dalla carica di amministratore negli enti locali, anche in caso di condanna di primo grado, il quale è stato oggetto dell’ultimo referendum abrogativo. Quest’ultimo provvedimento ritengo lesivo dei principi costituzionali e democratici e degli interessi delle comunità i cui amministratori sono stati sospesi in applicazione della citata normativa, con conseguente stato di incertezza e attesa che si protrae insieme alle lungaggini processuali. È nei confronti, quindi, degli amministratori locali sospesi per effetto di tale legge e delle comunità amministrate che si intendeva esprimere “vicinanza”, al di là di ogni colore politico”.

Alle 12.33, sempre tramite comunicato stampa, il sindaco di Anoia, Alessandro Demarzo: “A seguito del comunicato diramato dagli uffici della Città Metropolitana a sostegno del Sindaco Giuseppe Falcomatà,  in cui si riporta anche la mia firma insieme a quella di altri sindaci ed amministratori della provincia di Reggio Calabria, mi preme precisare che ho inteso solamente esprimere un giudizio negativo come sindaco alla legge Severino che ritengo assolutamente ingiusta e da revocare. Inoltre il mio pensiero è quello che va nella direzione esplicitata dal ministro Nordio sull’abuso d’ufficio. Mi rammarica essere stato frainteso ma non era mia intenzione prendere posizione politica e soprattutto polemizzare assolutamente su sentenze giudiziarie che comunque vanno accettate al di lá della colorazione partitica di chi li subisce… Il documento che mi era stato chiesto di sottoscrivere per quanto mi riguarda dev’essere considerato solo come un sostegno formale all’abolizione della legge Severino e non un supporto politico a Giuseppe Falcomatà”.

Da ultimo, all’ora di pranzo, questa volta tramite social, il sindaco di Bagnara Calabra, Adone Pistolesi: “Sono convinto che sia giusto in linea di principio e di merito, e viste le insidie alle quali noi Sindaci dobbiamo quotidianamente rispondere, come in trincea. Spesso le vittime sacrificali e predestinate del sistema politico amministrativo, – MA forse sia SBAGLIATO farlo “ad personam” può dare la sensazione che sia una iniziativa ad personam/partito e si ponga il medesimo a subire strumentali speculazioni e cattiverie. Chi scrive NON “appartiene” e NON si riconosce in alcun partito, segreteria politica e coalizione ma solo alla sua comunità bagnarese”.

Non sono nemmeno le 15. Altre posizioni potrebbero arrivare. Venghino signori venghino…

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