La Procura di Castrovillari ha chiesto il rinvio a giudizio per i dodici indagati nell’inchiesta sul crollo del viadotto ‘Ortiano’, lungo la Sila-Mare a Longobucco, in provincia di Cosenza. Il cedimento del ponte si verificò a maggio 2023, durante un’ondata di forte maltempo che causò la piena del fiume Trionto.
Tra gli indagati figurano ingegneri e tecnici, membri della Commissione di gara per l’affidamento dei lavori e di quella incaricata del collaudo dell’opera, tecnici e funzionari Anas e responsabili della ditta aggiudicataria dell’appalto. L’accusa ipotizzata nei loro confronti dal pubblico ministero Veronica Rizzaro, titolare del fascicolo, è di concorso colposo in crollo di costruzioni.
Secondo la Procura, gli indagati avrebbero contribuito a causare, per “colpa, negligenza e imperizia”, il cedimento dell’infrastruttura a causa dell”’assenza dei micropali a base delle fondazioni” che determinava ”importanti scalzamenti e il relativo cedimento” dell’infrastruttura stessa. L’udienza preliminare, già avviata il 9 ottobre scorso davanti al gup del Tribunale di Castrovillari, Luca Fragolino, proseguirà a gennaio 2026.
Quella del ponte di Longobucco fu una strage sfiorata: solo accidentalmente, infatti, in quell’istante, non vi erano auto in transito lungo il viadotto.