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Italia Viva Calabria, Greco e Urso: “La Sila Mare resta un’arteria precaria. Che fine hanno fatto i fondi per la messa in sicurezza?”

Piove o minaccia di piovere e la Sila Mare chiude al traffico. Succede da anni e succede nonostante l’arteria che collega la costa ionica alla Sila, abbia assorbito per la sua messa in sicurezza decine di milioni di euro nel corso degli anni. “è inaccettabile che basti una nuvola per bloccare al traffico una strada vitale per i comuni silani“, così Filomena Greco, commissaria regionale Italia Viva e Caterina Urso, commissaria di Italia Viva di Crosia, commentano la notizia dell’ennesima inaccettabile chiusura, nel tratto Ortiano-Longobucco. “Un’allerta meteorologica non può lasciare isolato un intero territorio calabrese. Non è una misura di sicurezza, bensì la conferma dell’ennesimo fallimento infrastrutturale e di una gestione inefficiente di pubbliche risorse. La chiusura precipita di nuovo nell’isolamento una vasta area del cosentino, causando incalcolabili disagi a chi vive e lavora nei comuni tagliati fuori, per tacere dei rischi che corre chi dovesse avere necessità di soccorsi o di interventi sanitari“. Ancora una volta la popolazione è stata dirottata sulla vecchia strada, ancora più pericolosa, al punto che ANAS ne ha disposto la chiusura notturna, da diversi anni. “Ci chiediamo e chiediamo alle istituzioni competenti che fine abbiano fatto gli ultimi 9 milioni di euro promessi da ormai due anni“- continuano le due esponenti di Italia Viva – “i cittadini hanno il diritto di sapere come sono stati spesi i fondi destinati a migliorare la connettività della Calabria, e consentire di arrivare in Sila in tempi certi e in sicurezza. Se dopo anni di interventi annunciati e l’impiego di ingenti risorse pubbliche, la strada continua a chiudere al primo accenno di maltempo, significa che i lavori non sono stati eseguiti oppure non sono stati eseguiti a regola d’arte. Dobbiamo forse rassegnarci a considerare percorribile la Sila-Mare solo in assenza di pioggia?

La domanda è solo apparentemente polemica visto lo stato delle cose. Greco e Urso stendono un piano di richieste sulle quali pretendono risposte da parte delle autorità amministrative: trasparenza nella rendicontazione dei fondi stanziati e spesi; l’avvio di una commissione tecnica per monitorare l’efficacia degli interventi di mitigazione e quelli strutturali; un cronoprogramma vincolante con l’indicazione delle responsabilità e delle eventuali sanzioni in caso di ulteriori ritardi. “La nostra principale preoccupazione – concludono – è l’isolamento di Longobucco, un territorio montano, per di più privo di adeguati servizi sanitari e di emergenza. Per questo ci impegniamo a mettere in atto tutte le azioni necessarie affinché alle comunità dell’altopiano silano sia garantita una viabilità sicura e regolare, e per scongiurare il rischio dell’isolamento“.

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