Sedici Amministrazioni comunali calabresi “esprimono forte preoccupazione per il contenuto” del Piano stralcio per il distretto idrografico dell’Appennino Meridionale per la sistemazione, la riduzione e la gestione del rischio alluvionale – Calabria/Lao, “e le sue conseguenze in tema di sviluppo dei territori, di stravolgimento degli strumenti della pianificazione, di potenziale impossibilità di realizzazione di numerosi interventi Pnrr”. E’ quanto si legge in un documento – nel quale si chiede la sospensione dell’efficacia del Piano – firmato dai sindaci di Corigliano-Rossano, Reggio Calabria, Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone, Lamezia Terme, Cassano allo Ionio, Trebisacce, Crosia, Roghudi, Villapiana, Amendolara, Rocca Imperiale, Civita e San Basile, rispettivamente, Flavio Stasi, Giuseppe Falcomatà, Nicola Fiorita, Enzo Romeo, Vincenzo Voce, Paolo Mascaro, Giovanni Papasso, Franco Mundo, Maria Teresa Aiello, Pierpaolo Zavettieri nella qualità di presidente della Associazione dei Comuni del’Area Grecanica, Michele Ventimiglia, Maria Rita Acciardi, Giuseppe Ranù, Alessandro Tocci eFilippo Tocci.
Il documento fa seguito ad una riunione svoltasi venerdì scorso tra sindaci, assessori ed uffici tecnici dei 16 Comuni per discutere delle implicazioni della entrata in vigore del nuovo Pai. “I Comuni – è scritto nel documento – non intendono affatto negare la fragilità dei territori e la centralità di un tema come quello della prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico. Allo stesso tempo però si colgono degli aspetti del nuovo piano che riteniamo meritino approfondimenti preventivi rispetto alla entrata in vigore del piano. Tra questi ci limitiamo a citare ciò che sembra la mancata considerazione degli interventi di mitigazione realizzati in questi anni, la mancata considerazione delle riperimetrazioni delle aree del rischio approvate dalla stessa Autorità di bacino e cancellate nel nuovo Pai, la mancata considerazione dei sistemi di raccolta e deflusso delle acque in zone urbane e periurbane”.
“Al netto delle nuove perimetrazioni, poi – prosegue il documento – che includono interi quartieri, zone di sviluppo costiero, ambiti urbani ed industriali, manca un piano di interventi (e le risorse) teso alla risoluzione dei problemi rilevati. In questo contesto le Amministrazioni comunali esprimono forte contrarietà rispetto alla entrata in vigore del Piano, formalmente già vigente in ottemperanza delle norme si salvaguardia, senza un percorso di confronto ed approfondimento con i Comuni. Nel massimo rispetto delle competenze della Autorità di Bacino ma consapevoli delle gravissime ricadute negative che un tale atto avrebbe sui territori, chiediamo con forza la sospensione dell’efficacia del Piano e l’apertura di un percorso di approfondimento che coinvolga i territori interessati. Tale sospensione è ritenuta necessaria e propedeutica all’analisi e miglioramento dello strumento di pianificazione idrogeologica. Per tale scopo le Amministrazioni comunali ritengono fondamentale una azione istituzionale congiunta tra i Comuni e la Regione Calabria con cui è stata già avviata una prima interlocuzione e chiedono dunque di essere ricevute al più presto, anche in delegazione, dall’Esecutivo regionale al fine di esporre le gravi preoccupazioni dei territori e condividere una linea comune”.
“Questo documento, sottoscritto dai sindaci dei comuni coinvolti nella riunione del 6 dicembre – conclude – resta aperto alla adesione di ulteriori Amministrazioni comunali o aggregazioni di Comuni e potrà, se ritenuto necessario a seguito degli incontri che auspichiamo si terranno nei prossimi giorni, essere riversato in una proposta di delibera di Consiglio Comunale da adottare presso tutti i Comuni interessati”.