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‘Ndrangheta, operazione “Propaggine”: Alessi, Licastro e i Versace prosciolti in udienza preliminare

Esito assolutorio per alcuni degli indagati dell’operazione “Propaggine”, manovra investigativa coordinata dalla DIA per la quale l’11 maggio 2022 erano state eseguite 43 misure cautelari e Roma e 29 in Calabria.

A seguito dell’udienza preliminare del 19 aprile 2023 il GUP presso il Tribunale di Reggio Calabria, recependo gli argomenti prospettati dalle difese di Alessi Salvatore (Avv. Maria Teresa Caccamo), Licastro Domenico (Avv. Davide Vigna), Versace Francesco e Giuseppe (Avv.ti Antonino Lupini, Gaetano Muscari e Carmelo Pirrone) ha pronunziato per gli stessi sentenza di non luogo a procedere, per non aver gli imputati commesso il fatto.

Salvatore Alessi era originariamente imputato di favoreggiamento aggravato dalla finalità di agevolazione della cosca Alvaro di Sinopoli; inizialmente ristretto in esecuzione dell’ordinanza del GIP di Reggio Calabria del maggio 2022 in regime di arresti domiciliari, veniva successivamente rilasciato per effetto dell’accoglimento del riesame avanzato dalla difesa avuto riguardo l’assenza di esigenze cautelari.

Imputazione associativa per Domenico Licastro, Francesco e Giuseppe Versace, ai quali veniva contestata la partecipazione alla cosca Alvaro (il cui focus investigativo della presente operazione è incentrato sull’operatività nei territori di Roma e Cosoleto) ed in ragione della quale era stata disposta dal GIP la custodia cautelare in carcere, poi annullata dal Tribunale del Riesame di Reggio Calabria in accoglimento dei ricorsi delle difese.

All’esito dell’udienza preliminare, pertanto, il GUP rigettando la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dall’ufficio di Procura e recependo le argomentazioni difensive, con le quali si sottolineava l’insufficienza degli elementi di prova contenuti nel fascicolo processuale, ha disposto il proscioglimento dei predetti.

Si tratta di una delle prime applicazioni del nuovo parametro decisorio in udienza preliminare introdotto dalla articolata riforma “Cartabia” del processo penale, che vede il GUP pronunciare sentenza di non luogo a procedere quando gli elementi acquisiti non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna.

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