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M5S, malumori per la candidatura dell’ex dem Maria Saladino. Le perplessità di Laura Ferrara: “Si doveva premiare la volontà degli iscritti”

“Con estrema franchezza, dico che si doveva premiare di più la volontà degli iscritti”. Lo dice all’Adnkronos, l’eurodeputata Laura Ferrara, in merito alla candidatura varata dal Movimento Cinque Stelle per il collegio uninominale al Senato – Calabria Nord. I pentastellati hanno scelto l’ex dem Maria Saladino, già candidata alla segreteria nazionale del Partito Democratico nel 2019. 

Annunciato l’addio al Pd, Saladino ha subito dopo partecipato anche alle Parlamentarie per la scelta dei candidati da inserire nelle liste, ottenendo 189 preferenze (decima).

“Con estrema franchezza, dico – spiega Ferrara all’Adnkronos – che si doveva premiare di più la volontà degli iscritti. Se si fanno le parlamentarie, si fanno anche per capire da chi gli iscritti vogliono essere rappresentati in Parlamento. Giuseppe Auddino ed Elisabetta Barbuto – osserva l’europarlamentare M5S calabrese – erano i più votati, sono parlamentari uscenti che hanno svolto un ottimo lavoro, evidentemente riconosciuto anche dagli iscritti: spiace che non venga data a Barbuto la chance di correre nell’uninominale”. 

Molti non perdonano a Saladino i suoi recentissimi trascorsi nel Pd: “Il nostro regolamento vietava la candidatura nel M5S di chi aveva corso contro il Movimento alle precedenti elezioni, questa regola è venuta meno con le nuove norme e quindi Saladino legittimamente ha potuto partecipare alle parlamentarie. Ma basta guardare i voti presi da lei, meno di duecento: molti meno di quanti ne abbiano ottenuti Auddino e Barbuto…”, prosegue Ferrara, che poi aggiunge: “Il fatto che Saladino fosse iscritta al Pd fino a pochissimo tempo fa sicuramente non le garantisce un riconoscimento nel M5S come persona che ha lavorato per il nostro programma e i nostri obiettivi. Ben venga che ora abbia cambiato idea, ma darle addirittura un ruolo di primo piano con candidatura nell’uninominale… beh, questo si sarebbe potuto evitare”. 

Controversa sarebbe stata giudicata da una parte degli attivisti anche la scelta di ricandidare il deputato uscente Riccardo Tucci, imputato per frode fiscale: “Su Tucci la valutazione è stata fatta da Conte, che evidentemente non ha giudicato il suo procedimento penale lesivo dell’immagine del Movimento. Certamente – rimarca Ferrara – noi non possiamo sostituirci alla magistratura: non è una valutazione di merito giuridico; invece per quanto riguarda l’opportunità politica… la valutazione è stata fatta dal presidente”.

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