“A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni” - Tiziano Terzani
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Sanità, sabato il dibattito alla Biblioteca Comunale di Vibo Valentia

Ali di Vibonesità lancia un appello alle responsabilità ed invita forze politiche, istituzioni, associazioni, sindacati e cittadini di ogni articolazione sociale a fare rete attorno all’avvilente sacca dei bisogni dell’ammalato calabrese ancora oggi impegnato in una strenua lotta perché non gli viene riconosciuto, adeguatamente e legittimamente, il rispetto al più pieno e garantito diritto alla salute.

Una idea figlia di quattordici anni di cattiva gestione commissariale della sanità calabrese che non sono serviti a nulla se è vero che la Calabria continua ad essere travolta dalla morsa della incapacità organizzativa e gestionale.

Chi chiede la costituzione di Comitati di sorveglianza civica nella gestione della politica sanitaria sa di dover interpretare la legittima aspirazione di tutti quei cittadini che continuano, in una fase così avvilente, ad affidarsi alla Divina Provvidenza per superare i sempre più emergenti momenti di bisogno anche perché la strada dell’emigrazione dell’ammalato non accenna a rallentare i ritmi di sempre.

Per cui risulta evidente che di fronte alla esasperata conta dei disagi e delle difficoltà di tutti i giorni corre l’obbligo di chiamare tutti attorno ad un confronto per avviare la discussione attorno verso la condivisione di un patto di stabilità e governabilità sui grandi temi della medicina territoriale e ospedaliera.

Non sarà facile. Ma Vibo Valentia ed il suo territorio ci provano.

Se ne fa carico ‘Ali di Vibonesità‘ che con rinnovata determinazione chiama in campo la popolazione. Ed i primi a rispondere sono stati proprio loro i promotori della cultura “Io difendo l’ospedale”.

Vibo Valentia, Tropea, Nicotera, Serra San Bruno, Soriano, Pizzo sono da tempo sul fronte della sfida ed hanno deciso di fare quadrato sul leit motiv ideato, ovvero discutere su uno scottante ed attuale interrogativo per capire se ‘la sanità, in Calabria, è un peso o una risorsa?’.

Alla Biblioteca Comunale di Vibo Valentia, sabato 11 marzo, alle ore 10, Soccorso Capomolla, direttore del medical center don Mottola di Drapia aprirà i lavori,moderati da Giuseppe Sarlo, Portavoce di Ali di Vibonesità, ponendo all’attenzione dei cittadini i dati della sofferenza sanitaria in Calabria con particolare riferimento al territorio vibonese. Chiamerà in causa la Regione Calabria ed il dipartimento della salute e rivelerà il cattivo stato di salute di Aziende Ospedaliere e Aziende provinciali ma punterà i fari anche contro la irresponsabilità della Conferenza dei sindaci, organo programmatorio della sanità territoriale.

Nell’ultima seduta il 50 per cento dei sindaci ha disertato, assurdamente, i lavori.

Il perché non è dato sapere. Ma all’appuntamento hanno preannunciato la loro presenza e partecipazione l’Ordine dei Medici, i Comitati pro Ospedale di Tropea, Nicotera, Serra San Bruno, Soriano e Pizzo, la medicina territoriale, le Associazioni e la stessa Croce Rossa Italiana che superata la cultura della denuncia della pietosa condizione dei nosocomi, del mancato rispetto degli impegni assunti negli anni passati e della sempre più carente e grave erogazione di ogni tipo di servizio, vorranno capire se nel progetto di Roberto Occhiuto c’è un filo di speranza per superare gli atavici problemi di una sanità vibonese sempre più alla deriva.

Toccherà, infine, a Rubens Curia, già dirigente del dipartimento della salute, dell’Asp di Vibo Valentia e attuale portavoce di Comunità Competente trarre le conclusioni dell’atteso dibattito e proporre, per l’approvazione, un documento che rappresenti un inderogabile punto di svolta per spianare il percorso ad una sanità che freni le criticità e dia, una volta per sempre, nuove speranze al cittadino. Sarà una proposta volta a misurare la reale capacità della gestione di Roberto Occhiuto che tenta la sua ultima carta con Azienda Zero”.

E’ quanto si legge in un comunicato stampa dell’associazione “Ali di Vibonesità”.

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