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PRC-SE Calabria: “Sorella outsider”

“In Italia è stato vietato l’insegnamento dell’educazione sessuoaffettiva anche nelle scuole medie. La Commissione Cultura della Camera ha approvato un emendamento al Ddl Valditara, a prima firma della deputata leghista Giorgia Latini, che estende il divieto già in vigore per le scuole dell’infanzia e primarie anche alle secondarie di primo grado. Nelle scuole superiori, i percorsi di educazione affettiva e sessuale potranno svolgersi solo previo consenso informato delle famiglie. Una decisione che priva le nuove generazioni di strumenti fondamentali per la conoscenza di sé, del proprio corpo e delle relazioni, rafforzando un modello educativo basato sul silenzio e sulla paura.

Parlare di sesso non è una vergogna. È un atto di libertà e di responsabilità. Fornire all3 giovan3 gli strumenti per vivere le proprie relazioni in modo consapevole e rispettoso significa costruire una società capace di prevenire violenze e disuguaglianze. Vietare l’educazione sessuale fino alle scuole medie alimenta invece l’ignoranza e favorisce gli abusi. In Europa circa unə bambinə su cinque è vittima di qualche forma di violenza sessuale (CSA), e nell’80% dei casi l’abuser è qualcunə che conosce. Solo una piccola parte riesce a parlarne, per mancanza di consapevolezza, di linguaggio e di strumenti. L’assenza di educazione sessuoaffettiva ha conseguenze profonde sulla prevenzione e sul contrasto alla violenza.

Nel giorno in cui la Commissione Cultura approvava l’emendamento che vieta l’educazione sessuale nelle scuole medie, Pamela Genini è stata uccisa dal compagno Gianluca Soncin. È il femminicidio numero 77 dall’inizio dell’anno. Mentre il Paese si interroga su come fermare la violenza, il Governo cancella uno degli strumenti che può prevenirla.
Nell’età in cui si cercano risposte e spesso non si trovano adultə prontə ad ascoltare – la mancanza di dialogo contribuisce ad un quadro preoccupante – crescono le malattie sessualmente trasmissibili tra lə giovanissimə e si consolidano modelli distorti di relazioni.

Il patriarcato non è un ordine naturale, ma un sistema di potere storicamente costruito e tramandato. Lo ha dimostrato Gerda Lerner ne La creazione del patriarcato, mostrando come il dominio maschile si sia consolidato attraverso il controllo sulla sessualità, sulla maternità e sul corpo delle donne. Vietare oggi l’educazione sessuale significa riprodurre quella stessa logica di controllo, negando all3 bambin3 il linguaggio per nominare sé stessə, i propri desideri ed i propri confini.

Mentre si cancellano i percorsi di educazione sessuale dalle scuole, il Governo ha presentato un nuovo Piano Strategico contro la violenza maschile sulle donne, senza confronto, senza trasparenza, senza donne. Il documento è stato redatto e presentato senza alcuna partecipazione reale delle reti femministe e dei Centri Antiviolenza. Gli obiettivi restano generici e inattuabili, mancano chiarezza su tempi, risorse e non è previsto un sistema di monitoraggio efficace né un obbligo di rendicontazione alle Camere.
Il rischio è che il contrasto alla violenza diventi un’azione amministrativa, svuotata del suo senso politico e trasformativo”.

Lo afferma in una nota Caterina Muraca, responsabile questioni di genere PRC – SE Calabria.

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