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Cassano allo Ionio (Cs), ‘no’ unanime del Consiglio comunale alla costruzione della Lunetta di Sibari

Il consiglio comunale all’unanimità si schiera contro la costruzione della Lunetta di Sibari. Dopo il parere negativo dato dai tecnici comunali arriva anche quello politico della civica assise che si è riunita ieri sera su espressa richiesta del sindaco Giovanni Papasso che ne ha richiesto la convocazione al Presidente Lino Notaristefano per discutere proprio dell’importante punto.

Dopo la relazione dell’assessore ai Lavori pubblici Leonardo Sposato, a cui è seguito il dibattito con gli interventi dei consiglieri Sofia Maimone, Gianluca Falbo, Fabio Civale, Giuseppe Praino, Carmen Gaudiano e Savina Azzolino, ha concluso la discussione il circostanziato intervento del sindaco Giovanni Papasso che ha spiegato come il progetto di un deviatoio che collegasse la linea ferroviaria jonica a quella Sibari-Cosenza risale addirittura agli anni Ottanta. In quel periodo si pensava di costruire la cosiddetta Bretella di Thurio che doveva collegare la stazione, appunto, di Thurio con quella di Cassano-Doria. Stazioni che oggi sono state dismesse e non esistono più. Progetto con ogni probabilità ripreso oggi e diventato la famigerata “Lunetta di Sibari”. Una esigenza, quella di velocizzare la percorrenza della linea, che di base trova tutti d’accordo ma che andrebbe fatta con le opportune modalità. Il problema, infatti, è che certe decisioni dovrebbero essere fatte per unire e valorizzare i territori e non metterli all’angolo e, di fatto, isolarli.

Al di là dell’idea della bretella nata negli anni Ottanta, i fatti recenti raccontano che, dalla documentazione inviata da Rfi e Italferr, risulta che l’inserimento della lunetta tra le opere da finanziare col Pnrr risale all’anno 2021 arriva su richiesta della Regione Calabria nell’ambito di un tavolo tecnico di ascolto che si tenne ormai tre anni fa. «Il discorso – spiega il sindaco – non è se la regione fosse di centrosinistra o centrodestra, quello che ci preme sottolineare è che a questo tavolo del Comune di Cassano non è stato invitato nessuno né come rappresentante politico e né come rappresentante tecnico-amministrativo degli uffici. Questo è gravissimo perché questo progetto ce lo siamo ritrovato sulle nostre teste proprio oggi quasi senza possibilità di negoziazione». Papasso, nel suo dire, ha rimarcato come il Comune di Cassano voglia stare nel percorso di sviluppo della Sibaritide, di Corigliano-Rossano, del Basso Ionio e del Crotonese per ottimizzare i trasporti nell’area e collegare meglio questi territori al resto d’Italia. Però va sottolineato anche che, come dimostra un recentissimo report, Cassano Sibari è la principale città in Calabria per numero di posti letto utilizzabili per fini turistici. Un numero maggiore anche di tante grandi città. «Allora è lecito chiedersi – incalza Papasso – come i turisti raggiungeranno queste località? Voglio ricordare che la costruzione della lunetta per Sibari sarebbe sfavorevole da un punto di vista sociale e culturale e impattante da un punto di vista ambientale, paesaggistico, urbanistico e culturale per tutta l’area».

Oltre ai danni ci sarebbe anche la beffa perché i cittadini di Cassano Sibari così non potranno avere più accesso all’alta velocità. Una discriminazione e un isolamento che si estenderebbe a tutto l’Alto Ionio e al Pollino che oggi fanno riferimento proprio alla stazione sibarita per i collegamenti veloci». Da quanto si evince dagli atti presentati – infine – l’irrisoria riduzione dei tempi di percorrenza di dieci minuti probabilmente si compenserebbe in negativo per la necessaria riduzione della velocità per l’attraversamento – a bassissima velocità – della lunetta stessa.

«Non siamo retrogradi e non siamo ostili alla revisione di un sistema trasportistico nella Sibaritide – ha concluso Papasso – ma i progetti vanno concordati. I territori, i loro amministratori locali e, soprattutto, i cittadini non possono essere sbeffeggiati ma devono essere ascoltati e considerati così come non si possono avere territori privilegiati e altri svantaggiati».

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