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Congresso PD a Rende, Annamaria Artese interviene su area urbana

Non vi è dubbio che il cambio di Amministrazione a Cosenza, con l’elezione di Franz Caruso, abbia favorito una ripresa del dialogo tra le Amministrazioni di Cosenza, Castrolibero e Rende sulle questioni dell’area urbana/Comune unico, infrastrutture e servizi. Ma la ripresa del dialogo è solo frutto delle vicende amministrative o vi è dell’altro? A mio parere vi è un’altra importante novità politica. Questa novità è rappresentata dal fatto che molti di noi, amministratori civici, con un background di sinistra abbiamo deciso di ritornare a fare politica nei partiti e per quanto mi riguarda nelle fila del PD.
Finalmente è possibile discutere tra noi amministratori dei tre comuni non solo in termini di appartenenza amministrativa delle singole comunità, ma anche come militanti e dirigenti del PD e, attraverso il partito superare municipalismi e visioni parziali, individuando obiettivi e strategie unitarie frutto anche di mediazioni che vadano al di la dei confini delle singole municipalità e di eventuali sterili campanilismi.
A tal proposito mi ha colpito positivamente il documento approvato al congresso cittadino di Cosenza, in cui ritrovo moltissime delle cose che io penso e sostengo intorno all’area urbana in nome di quell’impegno civico che ha da sempre contraddistinto il mio percorso politico sempre teso a favorire la partecipazione attiva dei cittadini alla cosa pubblica, alla promozione di interventi volti alla valorizzazione delle pari opportunità, delle diversità e dell’inclusione sociale; al rispetto dell’ambiente e alla tutela del territorio della sfera economica, sociale ed educativa.
Configurare una nuova area urbana come luogo dove condividere idee, pensieri e azioni di sviluppo, partire dai servizi essenziali comuni vuol dire far toccare con mano ai cittadini quanto, di fatto, esista già una municipalità estesa  e quanto i confini siano solo quelli culturali.

Dalla metropolitana, alla necessità di una infrastrutturazione integrata che rilanci l’area urbana come città unica capoluogo di provincia, appare chiaro quanto sia oggi più che mai necessario  riprendere e rilanciare il lavoro già intrapreso.
Ripartire dagli hub del progetto Co-RE Mobility e da Agenda Urbana ad esempio: stiamo per realizzare una serie di interventi coordinati mirati all’incentivazione delle scelte urbane alternative all’utilizzo dell’automobile anche al fine di ridurre il traffico, oltre al parco inclusivo più grande d’Europa, un luogo dove sostenibilità, welfare, mobilità smart possono far concretamente da apripista ad una visione di servizi efficienti per l’intera area urbana.
Di certo il corso avviato dal sindaco Caruso riannoda quel fil rouge che porta dritto al lungo percorso amministrativo di Centro Sinistra iniziato con Mancini, in forte continuità con le esperienze del passato. Quindi il confronto nel PD e nel Centro Sinistra non può essere rivolto con gli occhi al passato, agli esasperati personalismi.

La sfida che abbiamo di fronte è quella del futuro: come rilanciare e costruire l’Area urbana unica, capoluogo della provincia più popolosa e grande della Calabria, legittimamente riconosciuta e apprezzata come tale dai settecentomila e passa cittadini.
Su questi temi dovremo confrontarci ad iniziare dal congresso cittadino di Rende. Sarebbe sbagliato sciupare l’occasione del congresso come conta interna o rivincite personali. E su questi temi che dovranno confrontarsi le future classi dirigenti del PD e del Centro Sinistra.
La volontà di impegnarsi in una partecipazione attiva, in tutti i contesti della vita sociale: scuola, comunità locale, luoghi di lavoro, spazi di socialità e di cultura è strumento fondamentale per conferire maggiori competenze ai cittadini dando loro gli strumenti necessari all’autodeterminarsi. Il senso civico aiuta a creare capitale sociale, rinforzare la democrazia e lo sviluppo sociale ed economico delle nostre comunità. Lavorare insieme in tale direzione significa per noi impegnarci, insieme, a costruire spazi urbani inclusivi e avulsi a disuguaglianze connesse al genere e alla povertà, luoghi dove mettere al centro bisogni e necessità di ogni cittadino. Siamo messi dinanzi a scelte precise, coraggiose, ad agire in maniera organica, collegiale.

Il cittadino contemporaneo non è più un ricettore passivo di un messaggio, ma può esso stesso dirsi parte del processo di formazione della sovranità e dell’obbligo politico, del bene comune per favorire l’emersione di modelli positivi di cittadinanza attiva.

Il futuro ci impone di guardare a nuovi classi dirigenti forgiatesi nel dibattito e nella discussione su questi grandi temi politici amministrativi, superando contrapposizioni ed incrostazioni presistenti. Giovani menti che siano capaci di rompere cristallizzazioni e prevenzioni frutto di storie  e vicende politiche ed umane precedenti e che aprano una nuova fase politica per Rende e l’area unica/ comune urbana/o. Un nuovo meridionalismo si sta scrivendo e deve essere aperto al contributo di professionisti, studenti, cittadini e associazioni. La storia siamo noi e tocca a noi narrare una nuova storia, coesa, innovativa, moderna.

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