In compagnia del piccolo nipote Davide, “nonno” Franco Gagliardi è tornato a parlare della sua squadra preferita ai microfoni di Reggina Talk. Documentato nonostante la Serie D non gli appartenga, l’ex tecnico amaranto si è soffermato sulle chance promozione e sulla gestione societaria.
“Qualcosa in più si poteva fare, in funzione della città di Reggio e del blasone della Reggina. Non so se vi si è riusciti. Certo è che l’impegno dei reggini ci sarà sempre, ma delle sottolineature negative si possono anche riscontrare – afferma Gagliardi a Reggina Talk – Si poteva pensare che il campionato fosse a disposizione della Reggina in maniera facile, invece si è trovato sulla strada un Siracusa che non demorde. Il blasone della città merita rispetto ed impegno. Se si pensa che l’impegno possa essere venuto meno, nella scelta dei giocatori o dell’allenatore, può aver causato un equivoco addebitabile alla poca esperienza. Di persone che per la prima volta, dovevano gestire una società importante come la Reggina”.
Gagliardi invita a trarre esempio dall’indimenticabile passato: “Foti nasce da una non conoscenza del calcio giocato. Ma dopo un annetto, è riuscito a superare tutti gli addetti ai lavori. Compresi Martino e me. Ed è stato l’asse trainante. I momenti affrontare in una certa maniera, erano determinati solo dalla sua conoscenza acquisita in un brevissimo lasso di tempo. Questo ha portato alla Serie A. Questa società, rispetto al mio positivo passato, probabilmente necessita di più rodaggi. Anche perché vedo pochi indigeni a gestire. E non ci sono figure importanti e storiche, con esperienza esagerata come quella di Foti, alle quali sollecitare miglioramenti di pensieri. Però, siamo sulla strada giusta. E se ci sono rilievi da fare, spero si possano effettuare alla fine, da vincenti”.
Poi qualche riflessione che comprende anche l’amico Bruno Trocini, con il quale ha collaborato a Rende: “Reggio è una città speciale, nel bene e nel male. Ci sono stato per oltre 15 anni. Trocini con me ha preso l’avvio per i suoi successi, spero gli capitino cose buone anche a Reggio. Un allenatore che in determinati momenti deve cambiare rotta, non è il solo a doverlo decidere. Allora c’era Foti che guidava Gagliardi e non soltanto, anche quegli allenatori poi arrivati in Serie A. Certi modi di pensare, anche forti, in determinati momenti li deve imporre la società. Una società esperta. Trocini diventerà un buon allenatore, queste annate a Reggio gli serviranno per tutta la vita. Per lasciare la macchina al momento opportuno, o cercare il ritiro quando magari si è vinto, bisogna che la guida venga dalla società. Conosco Brunello. Se deve fare il sacrificio di imporre ad altri un comportamento che non è nelle sue corde, questo incoraggiamento gli deve arrivare dalla società”.
p.f.