“L’amara verità”, impietosa denuncia del dirigente pidiessino ed ex consigliere regionale Carlo Guccione sui mali della sanità calabrese, sarà al centro di un atteso dibattito che si svolgerà all’Università della Calabria venerdi prossimo, 2 dicembre, alle 17,30, nell’Aula circolare del Polifunzionale.
All’incontro, che sarà moderato dalla giornalista Serafina Morelli, parteciperanno il direttore de “Il Quotidiano del Sud” Roberto Napoletano; Sebastiano Andò, Professore Emerito di Patologia generale e Membro dell’Advisory board del Centro sanitario dell’ateneo di Arcavacata; il Senatore accademico Costantino Basile; la rappresentante del Corso di laurea in Medicina e Chirurgia TD, Azzurra Mandolito, e il rappresentante degli studenti nel Consiglio del dipartimento di Studi umanistici (DiSU) Antonio Guarascio.
Non è la prima volta che Carlo Guccione si occupa di questo tema, ma il volume segna un significativo salto di qualità nella sua investigazione dei mali che da tempo affliggono il settore.
Le domande e i temi che l’autore pone a fondamento del suo lavoro sono cruciali. Dalle ragioni che impediscono ancora oggi di quantificare il debito della sanità calabrese, alle ingenti risorse dilapidate a quelle, altrettanto rilevanti, perdute per incuria o incapacità politiche e amministrative, alle altre ancora disponibili, fino allo scandalo delle fatture pagate più volte. Un aspetto inquietante, quest’ultimo, la cui fondatezza è stata confermata recentemente anche dal Presidente della Giunta regionale della Calabria Roberto Occhiuto.
Da tutto questo, secondo Guccione, da una situazione gravissima che non ha eguali nel Paese, bisogna partire per individuare i responsabili, puntando a risolvere i problemi che quotidianamente gravano su migliaia di cittadini, costretti spesso a recarsi altrove per essere curati.
Anche lo Stato, però, a parere di Guccione, ha di che rispondere, visto che sotto la gestione commissariale, durata dodici anni, la situazione è notevolmente peggiorata. Deficienze e ritardi, durante la presenza in Calabria dei proconsoli inviati da Roma, sono paurosamente aumentati. Limiti e distorsioni di ogni tipo non hanno scalzato la regione dagli ultimi posti delle graduatorie nazionali per qualità, efficacia, capacità organizzativa nel settore sanitario.
“La situazione”, afferma Guccione, “continua ad essere molto grave. Tra interessi illeciti, incredibili vicende burocratiche, pronto soccorso ingolfati, assurde attese per cure, esami diagnostici e visite specialistiche, medici e infermieri in numero ridotto, costretti spesso a lavorare in condizioni proibitive. E tanti cittadini, increduli e disorientati, ai quali spesso viene negato il diritto di essere curati come in un Paese degno di questo nome dovrebbe essere garantito. Con questo libro”, conclude Guccione, “oggi esiste uno strumento in più per fare chiarezza e avviare un risanamento serio di questo settore”.