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L’entusiasmo del neo allenatore del Catona, Daniele Carrozza: “Sono pronto, puntiamo sui giovani e vogliamo divertirci”

Sereno, deciso, convinto delle proprie scelte. Il giovane 32enne Daniele Carrozza neo allenatore del Catona in Prima Categoria, è l’espressione di quel che si vede in campo. Esprime voglia di emergere e non vede l’ora di confrontarsi con le ambizioni della società e il suo desiderio di fare qualcosa di importante per la sua città, proprio lui che è un Catonese doc. Così, dopo aver raggiunto diversi risultati importanti nei settori giovanili, finalmente arriva la grande occasione, che sta approcciando con grande entusiasmo.

Dopo aver raggiunto importanti risultati nei settori giovanili è arrivata la chiamata del Catona in Prima Categoria, la prima volta tra i grandi. Emozionato?
«Sono molto emozionato, ho tanta voglia di cominciare questa nuova esperienza e, sopratutto, far capire a tutti che si può puntare sui giovani. In città avverto un po’ di titubanza dovuta al fatto che la dirigenza del Catona abbia scelto un giovane come allenatore ma, voglio farli ricredere perché sono determinato, punto sul lavoro e ho forti motivazioni».

Cosa ti ha convinto a scegliere il progetto Catona dopo la salvezza al cardiopalma ai playout nella passata stagione?

«Mi ha convinto l’entusiasmo della dirigenza nelle ultime partite della passata stagione. Ho vissuto da vicino la fase finale del campionato e ho riscontrato tanta voglia di far ritornare il calcio a Catona. Mi sento pronto ad assumermi tutte le responsabilità perché ho sposato in
pieno questo progetto e voglio contribuire con le mie idee a far crescere questa squadra e questa società».

Obiettivo?
«L’obiettivo principale sarà quello di trasmettere ai giocatori quella mentalità di sentirsi importanti. Per la società è poi fondamentale mantenere la categoria, dunque, questo sarà il primissimo step da porci. Puntare prima possibile la quota salvezza, poi l’appetito vien
mangiando. La dirigenza ha un progetto serio di rilancio del club e vuole costruire qualcosa di importante».

Questione stadio di Catona?
«La società ha un progetto mirato che punta soprattutto allo stadio di proprietà. Quest’anno giocheremo a Campo Calabro oppure a Gallico ma, già dalla prossima stagione potremmo avere il nostro stadio di casa e tornare a giocare a Catona».

Come vi state muovendo sul mercato e che tipo di calciatori state cercando?
«Con il ds Michele Cotroneo ci sentiamo ogni giorno, c’è sinergia e, questo mi ha colpito tanto perché di solito sono i direttori sportivi o le società a voler costruire la squadra. Qui, invece, c’è una collaborazione importante, una comunità di intenti, fermo restando che sono per il rispetto dei ruoli. Le mie idee sono molto simili a quelle del direttore che sta facendo un gran bel lavoro per consegnarmi la squadra il prima possibile. Sarà composta da tanti giovani e qualche ragazzo d’esperienza».

Quando si parte?
«Il 21 agosto iniziamo con la preparazione».

La scelta di affrontare questa stagione con una rosa molto giovane, quali difficoltà e prospettive future può dare?
«Secondo me non ci saranno difficoltà perché il calcio in queste categorie è sacrificio, ovviamente, per chi ha voglia di giocare. I giovani che abbiamo scelto sono molto motivati, forti e con ampi margini di crescita ed io non vedo l’ora di presentarli alla piazza di Catona. Sono sicuro che ci divertiremo».

Che tipo di allenatore sei e qual è la tua idea di fare calcio?
«Senza addentrarci in tattiche e moduli, punto sul lavoro, lavoro e lavoro. Mi piace tanto lavorare con la palla e soprattutto voglio che la mia squadra si diverta. Sudore, lavoro, sacrificio per il compagno sono le qualità che non dovranno mancare alla mia squadra».

Da chi è composto il tuo staff tecnico?
«È composto da ragazzi di cui mi fido tantissimo. Il mio secondo è Marco Chiricolo che mi segue da quando allenavo nei settori giovanili dove abbiamo raggiunto risultati importanti. Il preparatore atletico, invece, è Pietro Truzzato un professionista serio che cura con dovizia
di particolari la parte atletica».

Il fatto che quest’anno la società abbia sposato la filosofia del senso di appartenenza puntando su una dirigenza tutta “made in Catona“, può essere un maggiore stimolo per te?
«Per me tantissimo, anche perché allenare tanti giovani di Catona è davvero stimolante e soprattutto un motivo per fare ancora meglio.
Non vedo l’ora di iniziare».

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