Riceviamo e pubblichiamo:
“A S.E. il Prefetto
di Reggio Calabria
OGGETTO: Sul licenziamento del sindacalista Domenico Macrì al Porto di Gioia Tauro.
Il sottoscritto si rivolge alla S.V. nella qualità di semplice cittadino, ma conoscitore delle dinamiche portuali avendo seguito, fino al recente passato quand’era attivo in politica quale dirigente delle organizzazioni comuniste, le vertenze dello scalo marittimo gioiose.
Nella presente non si intende fornire il riassunto delle diverse missive che, negli anni, lo scrivente aveva inviato alla Prefettura. Perché conscio che S.E. non avrà difficoltà ad approfondire la storia portuale gioiose o di approfondire sulle relazioni tra il sindacato di cui è esponente il Macrì e l’azienda.
Alla luce di quanto sopra, al sottoscritto sorge il dubbio che il licenziamento in oggetto possa essere un licenziamento politico.
Per questi motivi si chiede che il Sig. Prefetto voglia intervenire per approfondire la vicenda e mediare affinché le criticità emerse si risolvano, senza licenziamento alcuno ma con soluzioni che vadano nel rispetto dei diritti dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali.
Lo scrivente disturba S.E. in quanto, quale Autorità Prefettizia, è rappresentante del Governo. Di quel Governo che ieri, col silenzio, ha agevolato il cambio di guardia alla guida del Porto di Gioia Tauro senza far perdere ai nuovi concessionari le agevolazioni concesse allo scalo gioiese. E di quel Governo che oggi, di fronte a vicende del genere, è chiamato a far rispettare la Costituzione fondata sul lavoro, sulle libertà politiche e sindacali, sulla libertà di espressione, sull’uguaglianza dei cittadini e su una giustizia equa per tutti.
Il sottoscritto, nonostante ormai fuori da qualsiasi organizzazione politica e sindacale, sente sua questa vertenza e, nell’attesa di conoscere il parere e le determinazioni delle preposte Autorità pubbliche, manifesta tutta la sua vicinanza e solidarietà al Macrì, al suo sindacato, e a tutti i portuali gioioesi”.
Distinti saluti,
Gaetano Errigo