Uno dei principali pentiti della storia della ‘Ndrangheta, considerato fra i più attendibili dalla Dia per il suo determinante contributo a numerose indagini, sarebbe pronto a fare marcia indietro a distanza di vent’anni dalla controversa vicenda dell’omicidio del fratello Vincenzo, avvenuto il 9 marzo 2002 a Bocale, frazione di Reggio Calabria. Lo rende noto il quotidiano la “Gazzetta del Sud”, in un reportage firmato da Klaus Davi, che pubblica oggi una ricostruzione del caso.
Interpellato telefonicamente dal giornalista e massmediologo, Filippo Barreca, 75 anni, protagonista di processi storici contro la mafia calabrese come ‘Olimpia 1,2,3,4’ e ‘Barracuda’ e tanti altri, ha confermato quanto scritto dal quotidiano ma non ha voluto rilasciare commenti, dicendosi però’ pronto a parlare coi magistrati.
Barreca, racconta il quotidiano, ha confidato la sua intenzione nei giorni scorsi ad amici e congiunti: “Non posso convivere con la convinzione che da 20 anni in carcere si trovi un innocente” (Vincenzo Ficara, sentenza confermata in Cassazione), dichiarandosi “tormentato dal rimorso”.
Barreca, secondo quanto ricostruisce il quotidiano, non fu sentito direttamente nel corso delle varie udienze dei processi e la testimone chiave e determinante per la condanna di Vincenzo Ficara fu la convivente che riconobbe Ficara e lo indicò come il killer, confermando il riconoscimento in tutti i contesti processuali. Il peso ‘indiretto’ di Filippo Barreca nel processo fu rilevante. Fu convocato a Reggio Calabria poco dopo l’omicidio per le esequie del fratello Vincenzo, un viaggio rischiosissimo avvenuto in condizioni di massima sicurezza visto che nel 2002 il ‘Pentito Beta’ (il nome in codice attribuitogli dalla Dia) era tale da oltre 12 anni e quindi ad altissimo rischio. In quell’occasione fu sentito dalla polizia giudiziaria in merito all’omicidio del fratello, come ha ricostruito Klaus Davi nel suo articolo.
L’importanza di Barreca viene sottolineata dal colpevole stesso. In una recente lettera inviata proprio a Davi, Vincenzo Ficara ha fatto riferimento ad alcuni dialoghi intercettati fra Filippo Barreca e il nipote Santo. Secondo Ficara, quei colloqui avrebbero indirizzato gli inquirenti sulla sua persona e ne avrebbero co-determinato la condanna, a suo dire ingiusta. Ma leggendo bene i colloqui, spiega Davi, il nome di Ficara non viene mai fatto esplicitamente da Barreca. Ora, dopo vent’anni, Barreca sarebbe inoltre pronto a fornire agli inquirenti una lettura completamente diversa di quei colloqui e dei retroscena relativi a quanto è accaduto quel 9 marzo del 2002 a Bocale, giorno in cui Vincenzo Barreca fu assassinato mentre si trovava dal barbiere con 12 colpi di pistola.