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Naufragio di Cutro: Fondo di Garanzia vittime della strada chiede estromissione dal processo. Udienza rinviata al 29 novembre

Il Fondo di garanzia vittime della strada, che nella precedente udienza era stato ammesso come responsabile civile, rischia gia’ di uscire dal processo che si sta celebrando davanti al Tribunale di Crotone nei confronti dei presunti scafisti della Summer Love, l’imbarcazione che il 26 febbraio scorso e’ naufragata a poche centinaia di metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro causando la morte di 94 persone. Il fondo di garanzia e’ istituito presso la Consap ed ha come scopo quello di coprire i risarcimenti alle vittime anche per incidenti nautici avvenuti con imbarcazioni che hanno l’obbligo di assicurazione.

A presentare la richiesta di citare in giudizio il fondo di garanzia vittime della strada era stato, nella precedente udienza, uno degli avvocati che assistono i familiari delle vittime del naufragio. E il collegio penale presieduto dal giudice Edoardo D’ambrosio aveva accolto la richiesta.

Nel corso dell’udienza di oggi, il Fondo – rappresentato dall’avvocato Giulia Bongiorno, senatrice della Lega (in aula c’era pero’ l’avvocato Francesco Colotti) – si e’ regolarmente costituito ma si e’ opposto alla citazione e ha chiesto l’estromissione dal processo sostenendo che il natante naufragato non era stato utilizzato per diporto ne’ adibito a trasporto pubblico e per questo motivo non puo’ essere assoggettato al codice delle assicurazioni che regola anche l’intervento del fondo di garanzia per le vittime della strada. Alla richiesta di esclusione si sono opposti gli avvocati di parte civile.

Per l’avvocato Francesco Verri “lo Stato doverebbe assumere una posizione diametralmente opposta, dovrebbe costituirsi ed assumersi le sue responsabilita’ perche’ quel natante, non assicurato, ha potuto liberamente navigare nelle nostre acque finche’ non e’ naufragato su quella secca. Perche’ lo Stato non ha controllato e non ha svolto alcuna operazione di polizia o soccorso che potesse impedire al natante di navigare nelle nostre acque. Lo Stato doveva fare rispettare la legge, cosa che non ha fatto. Lo stato pero’ ha obblighi solidaristici e quindi ha precisi doveri. Per questo ha istituito il fondo di garanzia per le vittime di incidenti stradali o nautici. Il fatto che l’imbarcazione fosse destinata al traffico di esseri umani non esclude l’intervento del fondo di garanzia, che non si applica solo al fatto colposo ma anche al fatto colposo che deriva da una condotta dolosa “.

A quel punto il giudice D’ambrosio ha deciso il rinvio del processo al prossimo 29 novembre per poter esaminare la richiesta di estromissione. Alla sbarra, accusati di naufragio colposo, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte in conseguenza del favoreggiamento all’immigrazione clandestina, ci sono un cittadino turco, Sami Fuat, di 50 anni, e due pakistani: Khalid Arslan, di 25 anni, e Ishaq Hassnan, di 22 anni.

Il quarto presunto scafista, Ufuk Gun, turco di 28 anni, ha scelto il giudizio con rito abbreviato e sara’ giudicato, per gli stessi capi di imputazione, il 29 novembre dal gup del Tribunale di Crotone, Elisa Marchetto.

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