“Mensa scolastica comunale, nonostante precise richieste e solleciti formali trasmessi a mezzo pec dalla delegata del comitato mensa composto ufficialmente dai rappresentanti dei docenti e dei genitori nominati da tutte le direzioni didattiche, l’assessore Alboresi che è la diretta destinataria e responsabile istituzionale, continua a non rispondere e quindi a non accogliere la ribadita urgenza ed esigenza di convocare da oltre un mese e mezzo dall’avvio del servizio, la prevista commissione mensa. Non solo, la stessa assessore si esercita in inaccettabili atteggiamenti ostruzionistici e continua a cimentarsi in pessimi tentativi di vacante ironia che denotano soltanto forse scarsa conoscenza del problema, forse scarsissima sensibilità e probabile inadeguatezza rispetto alla delicatezza della funzione ricoperta”.
È quanto dichiara Lenin Montesanto, direttore dell’associazione europea Otto Torri sullo Jonio denunciando l’intollerabile e perdurante latitanza dell’istituzione pubblica locale, rappresentata in questo caso dall’assessore al ramo, rispetto alle reiterate e motivate istanze presentate in nome e per conto di un comitato mensa i cui membri, contrariamente a quanto avrebbe sostenuto l’Alboresi nell’ultima riunione della competente commissione consiliare servizi alla persona, “l’Amministrazione Comunale – scandisce – non può non riconoscere ufficialmente per ruolo e funzione previsti e loro demandate ed in quanto ufficialmente designati dalle scuole cittadine e comunicati formalmente agli uffici comunali competenti da oltre un mese”.
L’OSTRUZIONISMO GOFFO. – “Invece di fornire i dovuti riscontri alla richiesta del comitato del 22 novembre scorso sollecitata sempre a mezzo pec lo scorso 5 dicembre; invece di motivare un ritardo evidente e grave e che non è certamente attribuibile agli uffici competenti ma con ogni probabilità alla sola disattenzione dell’assessore, l’unico vergognoso cenno di vita fornito dall’amministrazione comunale è stato quello di richiedere al comitato mensa di fornire generalità e firme in calce alle due istanze del comitato, dati che sono nella disponibilità dell’ente sin dalle prime settimane di novembre”.
L’IRONIA VACANTE – “Prima, a margine di un’intervista pubblica, l’invito rivolto ai genitori insoddisfatti del servizio mensa, a portare eventualmente i propri figli da Cracco. Poi, a margine della citata commissione consiliare, l’invito agli stessi genitori che chiedono trasparenza su filiera e stagionalità, a rifornirsi eventualmente da mungitori di latte fresco direttamente nelle fattorie. Questa è la qualità ed il livello di confronto di un assessore che dimostra purtroppo di disconoscere completamente i termini della questione educazione e sovranità alimentare all’ordine del giorno.
Ci rendiamo conto – continua il direttore di Otto Torri sullo Jonio – che si insegue anche in questo caso il facile consenso demagogico di un esercito locale di genitori che, così come ci ricordano le rilevazioni regionali e nazionali sono purtroppo i primi responsabili della maleducazione alimentare dei propri figli. Ma, al netto di ogni tornaconto populista, l’istituzione pubblica non può sottrarsi al suo dovere ed alla sua funzione pedagogica e di tutela sia della salute fisica delle proprie comunità, soprattutto delle nuove generazioni; sia della salute economica della propria rete agricola, commerciale ed imprenditoriale, sostanzialmente messa da parte nella selezione della maggior parte delle materie prima e dei trasformati portati ogni giorno nei piatti dei figlie figli di questa terra.
Venga quindi comunicato pubblicamente alle famiglie ed alle città – insiste – quali e quanti sono i prodotti di qualità, stagionali ed a totale filiera corta realmente realizzati ed acquistati nel territorio o nella regione e quindi serviti nella mensa pagata con le risorse di tutti. Piaccia o meno all’assessore Alboresi, che farebbe bene ad aggiornarsi sui contenuti delle sue delega, vogliamo sapere – sottolinea il direttore di Otto Torri – se è rispettata la filiera produttiva corta e la stagionalità per la pasta quotidiana, per i salumi, per i legumi, per la carne, per le verdure, per le uova, per il pane e per i formaggi, che dovrebbero essere realizzati con latte delle nostre vacche e non con pasta filata e chimica industriale di provenienza nord-europea, seppur venduti in Calabria. Fare questo costa di più? Se ne faccia carico l’istituzione pubblica, facendo magiare sano ai nostri figli e – conclude Montesanto – distribuendo più ricchezza vera nei produttori locali”.