“Se non siamo audaci, il che non è sinonimo di irresponsabili, se non siamo terribilmente audaci con i nostri sogni e non crediamo in loro fino a renderli realtà, allora i nostri sogni appassiscono, muoiono, e noi con loro” - Luis Sepúlveda
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“Intercettazioni e controlli, così abbiamo catturato Antonio Gallace”

All’arresto di Antonio Gallace si è arrivati “grazie ad una serie di intercettazioni e ad un’attività di osservazione durata per diverso tempo e sviluppate con il coordinamento della procura generale di Roma”. Lo dice il comandante del reparto anticrimine di Roma Luigi Imperatore ricostruendo le fasi dell’arresto del latitante 59enne esponente della cosca “Gallace di Guardavalle” operativa da anni sul litorale romano.

I carabinieri intervenuti questa mattina, dopo aver fatto irruzione nella casa della moglie di Gallace, hanno iniziato le perquisizioni e individuato il latitante nascosto all’interno di un vano ricavato in un armadio.

“L’attività – aggiunge il colonnello Imperatore – si inserisce all’interno di una manovra più ampia svolta dal Ros nei confronti delle organizzazioni di ‘Ndrangheta” che aveva già portato, nell’ottobre del 2021, all’arresto del fratello di Antonio Gallace, Cosimo Damiano, bloccato nella zona di Catanzaro. “E anche in quel caso si era nascosto, in un bunker”.

Quanto alla presenza della ‘Ndrangheta sul litorale laziale, le radici vanno ricercate “nella metà degli anni novanta quando – spiega il capo del reparto anticrimine – venne avviata un’attività investigativa del Ros che ha portato alle condanne per il quale Gallace era latitante. E’ in quella circostanza che emerse la presenza di una locale di ‘Ndrangheta operativa sul litorale laziale a cavallo dei comuni di Anzio e Nettuno”.

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