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Economia, rallenta la ripresa in Calabria. Dal report Bankitalia: “Pesa clima di incertezza”

Dalla fase di ripresa che ha caratterizzato il primo semestre dell’anno in corso grazie alla spinta post pandemica e che ha portato ad un incremento del 4,5%, al rallentamento del periodo a seguire per gli effetti negativi del conflitto russo-ucraino e del clima di incertezza che ne è derivato. E’ a doppia faccia la lettura che emerge dalla nota congiunturale di aggiornamento dell’economia in Calabria di Bankitalia relativa ai primi 9 mesi del 2022. 

I dati del report sono stati illustrati dal neo direttore della filiale di Catanzaro Marcello Malamisura, dal dirigente Riziero Bruno, e dai componenti del Nucleo di ricerca Giuseppe Albanese (coordinatore), Antonio Covelli, Graziella Mendicino e Iconio Garri’.

E’ cresciuto, secondo quanto ha rilevato Bankitalia Calabria, il fatturato delle imprese nei primi nove mesi “in parte riconducibile all’aumento dei prezzi dovuto al rialzo dei costi di materie prime, energia e gas” anche se “molte aziende hanno subito una riduzione dei margini di profitto. In pochi casi c’è stata una sospensione parziale dell’attività e gli investimenti sono rimasti a livelli modesti”.

E’ aumentata la produzione industriale grazie alla ripresa della domanda. Le costruzioni, in particolare, sono state trainate dalle misure di agevolazione nel comparto residenziale “seppure frenate in parte dall’incertezza normativa e dalle difficoltà di cessione del credito d’imposta”. Sulla buona performance del terziario hanno influito l’andamento favorevole del turismo e la ripresa dei trasporti.

Il mercato del lavoro ha mantenuto una tendenza positiva anche se è calata l’occupazione autonoma. Aumentati i consumi anche se in maniera minore rispetto all’anno precedente per effetto dell’aumento dei prezzi soprattutto di alimenti e energia, che incidono maggiormente in Calabria dove c’è un più alto numero di famiglie meno abbienti. Nel primo semestre dell’anno si è registrato l’aumento di prestiti bancari a privati e a famiglie, così come del credito al consumo e ai mutui abitativi. Bene l’andamento dei mercato immobiliare. E’ rimasta contenuta la rischiosità del credito mentre hanno iniziato a risalire i tassi di interesse a medio e lungo termine.

“E’ proseguita, nei primi nove mesi dell’anno, la ripresa del settore industriale, seppur fortemente condizionata dal marcato aumento dei costi di produzione”. E’ quanto si evince dai risultati del sondaggio congiunturale della Banca d’Italia condotto su un campione di imprese industriali calabresi con almeno 20 addetti.

Circa metà delle imprese sentite ha registrato un aumento del fatturato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, contro il 14 per cento che ha subito un calo. La crescita del fatturato è stata influenzata anche dal rialzo dei prezzi di vendita innescato dall’incremento dei costi. Le difficoltà di approvvigionamento, acuite nel corso dell’anno, hanno determinato un aumento della spesa per acquisti di materie prime e beni intermedi e ritardi nei tempi di lavorazione e di trasporto. A pesare in modo determinante sono sono stati i costi di energia e gas che hanno provocato una diffusa riduzione dei margini di profitto, solo parzialmente compensata dall’incremento dei prezzi di vendita. “Per far fronte ai rincari degli input energetici – è detto nel report – una parte delle imprese ha implementato anche altre soluzioni: come principale strategia adottata, circa un quarto delle aziende ha indicato di aver investito in macchinari a minore consumo oppure di aver adeguato gli impianti a fonti energetiche alternative, mentre circa il 20 per cento ha segnalato di aver fatto un maggior ricorso all’autoproduzione di energia elettrica; poco più del 10 per cento ha invece ridotto le ore di funzionamento degli impianti”.

Nel primo semestre del 2022, le esportazioni di merci dalla Calabria sono cresciute in modo deciso, anche se il loro contributo al Prodotto interno lordo rimane modesto. Le vendite a prezzi correnti sono aumentate di un terzo rispetto al corrispondente periodo del 2021.  “L’incremento ha interessato tutti i principali settori di specializzazione regionale, soprattutto i prodotti dell’industria alimentare e le sostanze e prodotti chimici, che insieme rappresentano oltre la metà delle esportazioni regionali. Con riguardo ai mercati di sbocco, l’aumento è stato particolarmente accentuato verso i paesi extra Unione europea”.

 

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