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Pnrr e grandi opere in Liguria, Dia: “Tre ‘locali’ ‘ndranghetiste collegate al Crimine reggino puntano investimenti pubblici”

La dimensione economica dei clan mafiosi operanti in Liguria “generalmente prevale su quella violenta secondo il paradigma della mafia silente tipico dei sodalizi extramoenia”. Lo si legge nella relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia relativa all’analisi sui fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso del secondo semestre del 2021 per quanto concerne la Liguria.

La Dia ricorda espressamente che “sono ancora in corso i lavori per la realizzazione di grandi opere pubbliche quali il Terzo Valico e il nodo ferroviario di Genova oltre a quelli straordinari previsti dal ‘decreto Genova’ per il potenziamento del sistema portuale e aeroportuale. A fronte di questo scenario ma anche in considerazione dei progetti elaborati dalle Istituzioni per l’utilizzo dei fondi del Pnrr – sottolinea la Dia – è prevedibile che le organizzazioni mafiose possano tentare di intercettare gli ingenti investimenti pubblici attraverso l’indebita aggiudicazione di appalti o subappalti anche avvalendosi di importanti interlocuzioni eventualmente acquisite nel mondo imprenditoriale e politico”.

Secondo la Direzione investigativa antimafia, in Liguria ci sono “tre ‘locali’ ‘ndranghetiste, comandate da una camera di controllo regionale a Genova e collegate al Crimine reggino, sono presenti a Lavagna e Ventimiglia. Il locale di Genova ha il ruolo di Camera di controllo regionale con al vertice la famiglia Gangemi e riveste la funzione di raccordo tra il Crimine reggino e le unita’ periferiche liguri”.

Oltre alla ‘ndrangheta in Liguria c’è anche qualche legame con i sodalizi di origine africana, sudamericana e dell’Est Europa. Il centro storico genovese “appare scenario operativo di bande di irregolari, e rilevante piazza per le attività illecite orientate soprattutto verso il settore del traffico di stupefacenti. Qui agiscono soprattutto aggregazioni marocchine, senegalesi, ecuadoriane e gambiane che sfruttano la posizione strategica della Liguria per l’importazione di hashish e marijuana lungo la direttrice proveniente dal Marocco”.

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