“Non capisco se la maggioranza ha davvero la volontà di affrontare la questione sanità o è solo incapace di trovare soluzioni adeguate. Ieri in Consiglio ho avuto questa sensazione perché non si possono proporre cose senza senso che non portano a niente. La prima emergenza è sempre la ormai cronica mancanza di personale, a partire dall’area medica. Mi chiedo: ma gli strumenti che esistono ormai da anni come sono stati utilizzati in Calabria? Mi riferisco prima di tutto alla possibilità di assumere a tempo determinato, a partire dal Terzo anno degli specializzandi. Un ennesimo paradosso calabrese. La norma è stata istituita col cosiddetto decreto Calabria 1, legge 145/2018, poi perfezionata nella legge di bilancio 2019 e che rimarrà in vigore sino al 31 dicembre 2022. Esiste naturalmente una responsabilità grave dei commissari che si sono succeduti ma, anche di quello attuale. E mi domando anche quanti specializzandi sono stati assunti nella sanità calabrese? Su questi interrogativi intendo presentare una specifica interrogazione. Me lo domando perché, pur avendo a disposizione strumenti idonei, dobbiamo pensare di far fronte all’emergenza del settore assumendo medici a contratto, senza concorsi e senza alcune base logica. Nel momento in cui si assume un medico (mi riferisco alla legge 42) senza alcuna specializzazione dobbiamo intanto chiarire perché a incarico? Di cosa stiamo parlando? Chi li sceglie? E sulla base di che cosa verranno selezionati? Altro aspetto fondamentale è che manca completamente una concertazione con medici, ordini, sindacati e Università ed è davvero inconcepibile vicende come questa. Un altro aspetto non meno importante riguarda la pratica di inserire tutto in un calderone, l’omnibus (PL 76) che diventa uno sversatoio dove dentro finisce di tutto, soprattutto emendamenti per Azienda Zero che continua a essere un’entità sconosciuta di cui nessuno sa niente, se non il nome del Commissario Profiti. E poi emendamenti a pioggia per risolvere questioni irrisolte, vedi l’istituzione delle Unità di Continuità Assistenziale (per le quali entro 60 giorni la Regione dovrà poi adottare un apposito atto di indirizzo) che di fatto serve alla stabilizzazione delle Usca, sospese al trenta di giugno. Mi preoccupa l’intero quadro generale, procedendo in questo modo la nostra Sanità non potrà mai vedere, né a medio, né a lungo termine quei benefici per i cittadini, che ci aveva assicurato il nostro Presidente, pretendendo la nomina a Commissario. Dopo otto mesi ancora nessuno sa come vuole gestire questa emergenza. A colpi di emendamenti, quasi tutti inefficaci, sparsi, sparpagliati in diverse proposte di legge? Senza nessun Progetto serio che riguardi la salute di tutti i cittadini calabresi? E quanto tempo potremo andare ancora avanti così? I cittadini meritano di più e di meglio che di promesse tra l’altro mai realizzate. Hanno bisogno di chi si assuma responsabilità e proponga progetti e li metta in atto. Basterebbe cominciare con questo”.
Lo scrive in una nota Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio Regionale