“Con una palese complicità che accomuna tutti i partiti presenti in parlamento, si sta tentando di affossare i referendum del prossimo 12 giugno lavorando sulla mancata informazione (tra l’altro obbligatoria) e sulla, ancor peggiore, disinformazione”. E’ quanto afferma Fabio Guerriero (Avanti – Riformisti).
“Il 12 giugno prossimo, contemporaneamente alle elezioni amministrative in alcuni comuni, i cittadini elettori saranno chiamati ad esprimersi su 5 proposte di abrogazione di norme vigenti che riguardano: misure cautelari, separazione delle funzioni dei magistrati, elezione del Csm, consigli giudiziari, incandidabilità dei politici condannati – ricorda Guerriero -. Attraverso i referendum promossi si introdurrebbe una riforma – opportuna e necessaria – del sistema giustizia che, a mio avviso, rappresenta una evoluzione in senso più democratico e garantista non solo del sistema giudiziario italiano ma di tutto il sistema Paese, che arriverebbe finalmente a dotarsi di norme tese alla realizzazione di una giustizia giusta e in grado di garantire un più accentuato livello di autonomia della magistratura dalla politica (e, quindi, anche dalle così dette “correnti”)”.
“Il caso Palamara, infatti, ha mostrato tutti i limiti dell’attuale sistema di autogoverno del CSM strettamente connesso ai mali storici di un sistema processuale italiano farraginoso, lentissimo, molto formalistico, appesantito da un eccesso di norme che fanno dell’Italia uno dei Paesi meno attrattivi dal punto di vista degli investimenti in quanto nessun investitore (straniero o locale che sia) si rende disponibile a correre il rischio di imbattersi in un sistema giudiziario che è incapace di dirimere controversie nei tempi dettati dall’economia e dalla modernità – sostiene ancora Guerriero -. Altrettanto importante è la circostanza che, attraverso il quesito sulla separazione delle funzioni, si tenta di rafforzare i diritti degli indagati, troppo spesso non completamente rispettati da una magistratura inquirente che utilizza un evidente sbilanciamento di forze per ottenere informazioni che vanno più verso i ‘desiderata’ che verso la verità”.
“Il 12 giugno può segnare per l’Italia una data epocale. La scelta di votare SI ai 5 referendum proposti è senza dubbio legata alla mia personale valutazione per cui è giusto che gli avvocati, presenti nei Consigli giudiziari, possano esprimersi sulla professionalità dei magistrati, il cui operato osservano quotidianamente – conclude Guerriero -. È altresì palese agli occhi di tutti come in Italia vi sia un abuso della custodia cautelare, visto più come mezzo di coercizione che come mezzo di garanzia della incolumità pubblica. Ed anche sul sistema elettorale del CSM, non è un male che l’opinione pubblica possa dire la sua. Certo è che alcune norme possono avere ricadute non sempre ponderabili, ma la spinta referendaria è l’unico strumento oggi a disposizione per indurre un Parlamento, troppo sensibile al potere giudiziario, ad introdurre modifiche normative volte a garantire un giusto equilibrio tra potere legislativo e potere giudiziario. Questo è indispensabile non solo per un equilibrio tra i poteri costituzionalmente previsto, ma soprattutto per dotare il Paese (e quindi i cittadini) di un sistema giudiziario efficiente che oggi sopperisce alle sue mancanze (di organico, di flessibilità, di tecnologia) facendo leva su norme punitive che creano sfiducia nelle istituzioni e spesso umiliano la storia di tanti capaci ed onesti amministratori “la cosa pubblica” che solo dopo decenni di calvario giudiziario vedono un tardivo riconoscimento della loro correttezza”.