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Giornata del Ricordo: giovedì 9 febbraio a Reggio Calabria l’iniziativa promossa dalla Fondazione Girolamo Tripodi e dall’ARCI

Da quando nel 2004 venne istituita la Giornata del Ricordo, all’approssimarsi del 10 febbraio, assistiamo a continui tentativi di revisionismo storico, semplificazioni e strumentalizzazioni politiche, in particolare da parte delle forze della destra politica e culturale del Paese, su quanto accadde sul confine orientale prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale.

Un uso politico distorto della storia, una manipolazione propagandistica per la costruzione di un’impossibile memoria condivisa che tenta un’implicita rivalutazione del fascismo in chiave patriottica e nazionalista, costruita soprattutto eliminando la distinzione politica e morale tra partigiani e repubblichini in nome del cordoglio dovuto indistintamente a tutti i morti.

Una narrazione che “ripulisce” la storia del fascismo dalle sue responsabilità nel solco di una pacificata storia patria. In tal senso, da anni constatiamo da una parte un generale silenzio sulle vicende del confine orientale unito alla diffusione di miti storiografici basati su fonti inesistenti o controverse che alimentano un immaginario distorto, e dall’altra parte il tentativo di imporre una ricostruzione vittimistica e auto-assolutoria delle foibe che non è più tollerabile.

A tal fine, Giovedì 9 febbraio alle ore 18 presso il Centro di aggregazione sociale SAMARCANDA, in via Emilio Cuzzocrea n. 11 si svolgerà un’iniziativa promossa dalla Fondazione Girolamo Tripodi e dall’ARCI di Reggio Calabria sul tema  “La Giornata del Ricordo: oltre la propaganda e  il revisionismo, riflessioni tra storiografia e politica”.

L’obiettivo è quello di fare chiarezza e porre un argine alla propaganda e al revisionismo storico nei suoi reiterati tentativi di svilire il 25 Aprile, la Resistenza partigiana, l’Antifascismo e il ruolo fondativo di quest’ultima nella costruzione della nostra Costituzione e nell’affermarsi della democrazia nel nostro Paese.

Con il prof. Giuseppe Caridi (Docente di storia moderna dell’Università di Messina e Presidente della Deputazione di Storia Patria della Calabria) e il prof. Antonino Romeo (Docente di storia) sul temaparleremo delle foibe con serietà  e senza tabù, ma  lo faremo rifiutando il grottesco parallelismo con la Shoah, di chi vuole raffigurare le foibe quale “olocausto italiano” e così compie un’autentica aberrazione storica e un  oltraggio indicibile verso chi, il popolo ebraico, l’Olocausto lo ha subito davvero, da parte del nazismo e dei suoi complici fascisti che oggi qualcuno vorrebbe riabilitare.

Conseguentemente ci opponiamo fermamente ai tentativi di sdoganare il passato fascista per rendere accettabile agli italiani quello stesso modello fascista di esclusione dell’altro, ghettizzazione del diverso, espulsione o eliminazione del più debole che vediamo di nuovo in atto oggi, nella nostra attualità di tutti i giorni.

Nessun fenomeno storico può essere rappresentato in maniera schematica, ma è necessario contestualizzare, analizzare, comprendere la complessità degli eventi; non si possono ignorare le vittime jugoslave della stessa fase storica (dei crimini fascisti e nazisti) solo perché non italiane, a meno di voler affermare che non hanno la stessa dignità di esseri umani.

Questo è lo sforzo di riflessione che compiremo nel corso dell’incontro di giovedì 9 febbraio con gli illustri docenti che terranno una conversazione aperta al pubblico e alla quale invitiamo a partecipare.

Reggio Calabria, 06.02.2023

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