“La verità non muore mai” - Seneca
HomeAgoràAgorà CatanzaroUna terra inquieta ancora da liberare: presentato a Lamezia Terme il nuovo...

Una terra inquieta ancora da liberare: presentato a Lamezia Terme il nuovo libro di Antonio Cannone “Condominio Calabria”

Una palazzina che si fa metafora e si trasforma in un luogo dove gli accadimenti rispecchiano ciò che avviene nella realtà calabrese. Condominio Calabria, il nuovo libro di Antonio Cannone, giornalista, saggista e romanziere è stato presentato davanti ad un pubblico attento e incuriosito nella sala centrale del Chiostro Caffè Letterario a Lamezia Terme. Insieme all’autore, il sociologo Claudio Cavaliere e l’avvocato Luigi Muraca che hanno scandagliato i contenuti di un’opera che affronta “con grande acume le condizioni in cui versa una terra inquieta e tormentata”. Una terra, la Calabria, dove “intrighi, bisogni, corruzione e malaffare”, rappresentano una realtà sempre più “prigioniera di logiche clientelari” e dove “insiste una classe dirigente” che fa del potere una sorta di “condicio sine qua non” per il raggiungimento di fini che vanno decisamente contro il bene comune e il rispetto della legalità e della trasparenza. Cannone, hanno evidenziato Muraca e Cavaliere, da giornalista e saggista “porta in questo nuovo romanzo l’esperienza del suo lavoro e parla di fatti reali che solo attraverso la declinazione nella forma romanzata possono essere resi noti al pubblico”. Fatti, persone e avvenimenti “noti alla società calabrese permeata da grandi contraddizioni che spesso assiste – ha detto Muraca – ad operazioni dopo le quali personaggi della politica riescano ad essere assolti per un fatto specifico ma sfuggono da tante altre situazioni illecite”. Muraca ha lodato la nuova opera di Cannone perché “apre gli occhi e fa riflettere, va oltre, e in questo non mancano le somiglianze ai lavori di Strati o di altri grandi scrittori calabresi”. Opera che l’autore non ha esitato a sottolineare “frutto anche della passione civile e sociale e di riferimenti importanti come Pier Paolo Pasolini e Cesare Zavattini, il primo uno dei più grandi intellettuali italiani e non solo, il secondo maestro del Neorealismo”. E Cavaliere, riflettendo sulla libertà come elemento essenziale mancante in una terra di malaffare e clientelare, ha citato uno degli slogan presenti sulle pubblicazioni di Piero Gobetti, “cosa ho a che fare io con gli schiavi?” motto che rifletteva l’atteggiamento di opposizione e libertà di Gobetti nei confronti del Fascismo e di ogni forma di oppressione. E la mafia o la ‘ndrangheta, per certi versi, è una sorta di “nuovo Fascismo” che opprime lo sviluppo armonico di interi territori. Condominio Calabria è un’opera dove all’interno si sviluppano vicende dei protagonisti inizialmente scollegate, ma che la trama riporta a quello che l’autore ha definito “ecosistema”, un habitat che caratterizza la Calabria, chi vi lavora, che vi agisce, chi opera nel bene e nel male.

Articoli Correlati