Nella mattinata di oggi gli agenti della Polizia Locale, coadiuvati dagli ausiliari del traffico in servizio presso la municipalità, hanno scoperto durante un normale controllo del territorio gli effetti di un vile atto vandalico consumato ai danni della pista pedo-ciclabile, sezione centrale del suggestivo tragitto che collega l’ex stazione ferroviaria di Morano a Castrovillari.
Il Comando dell’organo di Polizia, sito in Piazza Giovanni XXIII al piano terra del palazzo comunale, era stato allertato da una segnalazione riguardante la presenza di cani randagi sul tracciato, ma arrivati sul posto, anziché trovare animali, gli agenti si sono imbattuti in un deprimente quanto inaspettato spettacolo: circa 7/8 metri di staccionata divelta con accanimento. Un inspiegabile moto di furia scatenata, chissà per quale oscura ragione, contro lo steccato in legno delimitante il frequentatissimo itinerario naturalistico.
In queste ore l’agente Francesco Rizzo sta procedendo alla formalizzazione della denuncia contro ignoti.
Durissima e immediata la condanna del sindaco Nicolò De Bartolo, prontamente avvertito dell’accaduto. «Siamo difronte a un gesto inqualificabile, che offende l’intera comunità. Non riusciamo a comprendere – afferma il primo cittadino – come si possa assalire così stupidamente un bene che appartiene a tutti e che offre, a chiunque lo desideri, la possibilità di praticare sana e ritemprante attività fisica immersi nella natura incontaminata dei nostri luoghi. La Polizia Municipale indagherà per fare luce sull’episodio e arrivare all’individuazione dei responsabili. Non dovrebbe essere necessario minacciare punizioni per ottenere risultati – osserva De Bartolo – ma chi ha scientemente deciso di nuocere alla collettività con un’azione così insensata e deplorevole, deve sapere che se le ricerche avranno esito positivo, come auspichiamo, non mancheremo di assumere adeguati provvedimenti. L’ignobile comportamento di qualche scalmanato ci obbligherà, ahinoi, a destinare risorse per ripristinare la staccionata, sottraendole ad altre iniziative di utilità sociale. Che tristezza».