“L’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari” - Antonio Gramsci
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Il “Telesio” di Cosenza tra memoria e ricordo: 80 anni dalle Foibe

Venerdi 10 febbraio una seconda giornata di alto valore civile e storico, dopo quella del 27 gennaio dedicata alla ShoahIl Giorno del Ricordo, un appuntamento che si ripete dal 2004, da quando il Parlamento ha approvato con una legge, l’impegno di conservare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe. I sopravvissuti e gli esuli, insieme alle loro famiglie, hanno tardato a veder riconosciuta la verità delle loro sofferenze. Un orrore a lungo avvolto nell’oblio, perché realtà complessa quella del confine orientale, che affonda le radici in un contesto politico denso di contaminazioni etniche ad un tratto esacerbato dalle mire di Tito e dai nuovi equilibri seguiti alla seconda guerra mondiale.

“Ci sono persecuzioni non paragonabili tra loro, ma le vittime hanno pari dignità e la memoria di chi non è sopravvissuto, come la voce di chi invece lo ha fatto, ha un identico e insopprimibile valore – così il Dirigente del Liceo Telesio di Cosenza Antonio Iaconianni, che conclude- ogni strumentalizzazione è inaccettabile, crediamo invece nell’esortazione del Presidente Mattarella a superare le passioni di parte per affermare le ragioni del dialogo perché Il ricordo, anche il più doloroso, può diventare seme di pace e crescita civile”.

Per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani il nostro Liceo ha previsto un momento di approfondimento e riflessione a cui parteciperanno Olimpia Affusso,  Docente di Comunicazione, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Unical che si soffermerà sui processi di costruzione della memoria e del ricordo; Marco Perri, referente Comitato 10 febbraio di Cosenza impegnato a far conoscere un evento troppo spesso sottaciuto e i docenti di storia del Telesio: Barbara Marchio e Leonardo Spataro. Saranno letti brani tratti da testimonianze di esuli legati ad un fatto storico che quest’anno compie 80 anni ma che nelle ferite di chi lo ha subito è ancora vivo.

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