“Un’àncora a simboleggiare il mare; un aratro di ferro, strumento agricolo per antonomasia; una valigia, piena di tutti i sogni e le speranze di cui sono stati e continuano ad essere capaci gli emigranti di questa terra. Sono, questi, gli oggetti, carichi di significati ed emozioni, scelti per sintetizzare in un unico colpo d’occhio l’intro progetto espositivo del Museo del Mare, dell’agricoltura e delle Migrazioni (MUMAM). Da ieri (martedì 12) Palazzo Chiriaci ha aperto le porte alle visite”.
Ad esprimere soddisfazione per il successo di pubblico fatto registrare dall’evento inaugurale è il Sindaco Filomena Greco che, insieme ad Assunta Scorpiniti, ideatrice del percorso museale e curatrice delle Collezioni, ha operato il simbolico taglio del nastro delle sale dedicate alle identità, alle culture e alla civiltà del lavoro.
“Dopo diversi anni – ha sottolineato il Primo Cittadino – abbiamo inteso riprendere e portare a compimento questo progetto che finalmente assicura non solo a Cariati ma all’intero territorio un Museo, presidio culturale dove ospitare eventi, collezioni materiali e immateriali che raccontano non solo passato, ma anche il futuro del percorso umano ed esperienziale delle comunità locali.
Nella lettura antropologica che passa dagli strumenti e dagli arnesi, dalle teche e dai pannelli didattici impreziositi da foto e testimonianze, c’è anche spazio per il ruolo della donna nell’agricoltura, nella pesca e nella migrazione. Sarà un museo dinamico – ha concludo la Greco – non solo per le opere in esposizione; ma luogo di incontro.
È molto emozionante condividere con un pubblico attento ed entusiasta – ha detto la Scorpiniti – un’opera che è anche l’espressione del mio percorso trentennale di studi, ricerche e narrazioni. Oggi, però, è la festa dei pescatori, del vasaio, delle tessitrici, dei nostri padri agricoltori, dei concittadini che hanno trascorso la vita in emigrazione e di tanti che dal mondo sono arrivati tra di noi. Di coloro che con le loro mani e la loro esperienza hanno costruito la civiltà del lavoro, che viene finalmente riconosciuta e valorizzata in una struttura museale. E di quanti hanno dato alla comunità nelle varie arti. Come responsabile scientifico del museo – ha precisato – ho cercato di valorizzarne i significati, seguendo precisi criteri espositivi. Ad esempio quello di fare in modo che ogni oggetto sia conosciuto per la storia, la sapienza, il percorso umano e di comunità che è capace di evocare. Il prossimo step è la costruzione del patrimonio “immateriale” del museo, fatto di filmati, interviste, suoni, voci e la definizione della sua fisionomia scientifica, ovvero dello studio, della schedatura e catalogazione del patrimonio del museo secondo gli standard nazionali indicati dalle leggi vigenti in materia. Il nostro – ha concluso la Scorpiniti – vuole essere comunque un museo in evoluzione continua, anche se già com’è il nostro museo suscita grande interesse; tanti gruppi e scuole lo hanno visitato in anteprima e c’è attesa per gli eventi culturali, i laboratori, le iniziative che verranno attivate”.
Insieme a Sindaco e alla curatrice Scorpiniti erano presenti, tra gli altri, Ranieri Filippelli in rappresentanza del Gal, Emma Venneri-Natale che ha donato documenti dell’800, il Maestro Pasquale Santoro che ha donato all’Amministrazione Comunale un’opera raffigurante lo stemma della Città; il Maestro d’Ascia Antonio Montesanto; il maestro vasaio De Dominicis; la moglie del cestaio Antonio Brunetti; Luigi Cittadino, che ha coordinato le varie maestranze e l’architetto Leonardo Ippolito, che aveva diretto i lavori di recupero del Palazzo insieme alla compianta Laura Ciccopiedi. Quest’ultima è stata ricordata insieme all’ingegnere Franco Rizzo, già presidente del Gruppo di Azione Locale Sila Greca-Basso Jonio Cosentino.
Rappresentanti di gruppi, associazioni, intervenuti anche dal territorio, esponenti politici, del mondo della cultura e della scuola, oltre ai donatori dei materiali etno-antropologici e ai rappresentanti dei mestieri. Tutti hanno espresso apprezzamento per l’itinerario espositivo e lo stile narrativo, coerenti con la categoria museale, ma anche per la ricchezza delle collezioni, valorizzate per la maggior parte dalla collocazione in vetrina. Al taglio del nastro è seguito un momento di riflessione e dibattito nella Sala Convegni, dedicata anche alla Storia (con pannelli esplicativi e vetrine) e alle arti con le opere permanenti degli artisti Jannelli, Caniglia e Liguori.
La storia del Mu.M.A.M. di Cariati inizia nel 2013 con la partecipazione del Comune di Cariati al Bando del Gruppo Azione Locale Sila Greca-Basso Jonio Cosentino (accesso a fondi del Programma Regionale di Sviluppo Rurale 2007/20013) che ha consentito l’acquisizione di tutti gli arredi e le dotazioni tecnologiche del Museo. La sede era peraltro disponibile in quanto con precedente finanziamento regionale il Comune aveva già operato il recupero architettonico del prestigioso immobile.