“Negli ultimi anni ci raccontano di una Calabria che vola: numeri record negli aeroporti, più passeggeri, più rotte. Ma la verità è che questa crescita, sbandierata come un successo, non ha portato alcun beneficio reale ai calabresi. I lavoratori del comparto aeroportuale restano precari, sottopagati, senza tutele e con orari cosiddetti “spezzati”.
Eppure la S.a.ca.l., che gestisce gli aeroporti di Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone, ha ricevuto centinaia di milioni di euro di finanziamenti pubblici e incentivi. Risorse enormi che avrebbero dovuto garantire sviluppo, occupazione stabile e infrastrutture moderne. Invece, vediamo solo precarietà, tagli al personale e un ambiente di lavoro ostile.
Il turismo, nell’agosto 2025, è crollato del 25% rispetto al 2024. Intanto, dal decimo piano della Cittadella, si continua a favorire Ryanair con incentivi milionari, mentre Ita Airways abbandona le rotte calabresi perché non riesce a reggere una concorrenza falsata.
A tutto questo si aggiunge un fatto grave: il caso Mauro Bolla. Ex country manager di Ryanair – compagnia alla quale la Regione Calabria ha elargito milioni di euro – oggi è diventato direttore commerciale di S.a.ca.l. e, contemporaneamente, dall’ 8 maggio 2025 amministratore unico delle Terme Luigiane di Guardia piemontese. Un doppio incarico sul quale ci auguriamo che gli organi competenti accendano un faro, e che rappresenta al meglio il cosiddetto cerchio magico del presidente Occhiuto: una rete di nomine e incarichi che non risponde agli interessi della Calabria, ma alla logica della spartizione del potere.
Come se non bastasse, il 7 agosto 2025 la Società Aeroportuale Calabrese ha pubblicato un bando di assunzione a tempo indeterminato per otto unità a Lamezia. Un avviso duramente contestato perché sembra scritto su misura per dipendenti provenienti da enti pubblici o società partecipate, escludendo di fatto i tanti lavoratori stagionali precari che per anni hanno garantito il funzionamento degli scali, dopo essere stati formati (a spese di Sacal), ed ora sono esclusi.
È bene chiarirlo: non vi è alcuna acredine nei confronti di chi partecipa o vincerà quel concorso, perché ogni lavoratore ha diritto a un futuro stabile. La nostra denuncia è contro le modalità con cui il bando è stato costruito, che non garantiscono pari opportunità a tutti, in particolare ai precari di Sacal che meritano, quanto gli altri, la possibilità di stabilizzarsi.
Siamo di fronte a uno scandalo politico e sociale: finanziamenti pubblici usati senza trasparenza, incarichi affidati agli uomini del cerchio magico, lavoratori dimenticati, turismo in caduta libera. A pagare, ancora una volta, sono i calabresi.
Nei prossimi giorni incontrerò i lavoratori per ascoltare le loro rivendicazioni e invito le organizzazioni sindacali a non abbassare la guardia: nessuno deve restare indietro.
La Calabria ha bisogno di altro, ha bisogno di rispetto e di un Governo che non pieghi le istituzioni a logiche di potere. Per questo il 5 e 6 ottobre possiamo cambiare con il nostro voto il volto della Calabria”.
Così il consigliere regionale uscente, Raffaele Mammoliti.