Nel cuore della vita cattolica e delle sue opere umanitarie, l’Istituto Nazionale Azzurro (INA) si distingue per la sua missione: non una semplice filantropia, ma un’autentica testimonianza della fede cristiana, radicata negli insegnamenti del Vangelo. Guidato da Mons. Antonio Morabito, decano dell’Istituto e membro del capitolo dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria, l’INA rappresenta un faro di testimonianza evangelica che brilla non solo in Italia, ma anche a livello internazionale.
In questa intervista, Mons. Morabito, figura centrale nella vita dell’Istituto con sede a Roma, ci accompagna a scoprire i valori, le attività e l’approccio spirituale che caratterizzano questa realtà di ispirazione cattolica.
Monsignore, qual è la peculiarità dell’Istituto Nazionale Azzurro e in cosa si differenzia da altre realtà umanitarie?
L’Istituto Nazionale Azzurro è nato con l’obiettivo di ispirarsi al Vangelo e di seguire la dottrina cattolica in ogni sua azione. Ciò che ci differenzia da una semplice organizzazione filantropica è proprio la consapevolezza che ogni nostro gesto di solidarietà non è fine a sé stesso, ma riflette un impegno più grande: quello di annunciare Cristo attraverso opere concrete. Il nostro agire non nasce da un’idea vaga di “fare del bene”, ma da un desiderio profondo di servire il prossimo come ci ha insegnato Gesù.
Per garantire questa autenticità nel nostro operato, ogni membro dell’INA partecipa a incontri mensili di formazione e catechesi tenuti da sacerdoti. Questi momenti, fondamentali per la nostra vita istituzionale, non sono solo un’occasione per arricchire la nostra fede, ma ci permettono di vivere con coerenza la nostra missione, restando fedeli all’insegnamento della Chiesa.
L’INA ha ormai raggiunto una dimensione internazionale. Quanto è importante il rapporto con il Vaticano e con i suoi rappresentanti di spicco?
Il legame con il Vaticano è fondamentale per la nostra vocazione e per la nostra identità. La presenza di alti prelati all’interno dell’Istituto, tra cui il Cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio, è un segno della nostra unità con la Chiesa universale e con il Papa. Le manifestazioni e le attività che svolgiamo in Vaticano sono un momento di forte comunione e ci ricordano che il nostro servizio al prossimo è sempre orientato al cuore della Chiesa.
La nostra sede romana rappresenta un luogo di convergenza per i membri dell’Istituto, ma anche un punto di riferimento per chi desidera approfondire la fede e metterla al servizio degli altri. Proprio in questo spirito, stiamo già lavorando per l’apertura dell’anno istituzionale 2025/2026, che sarà improntato alla continuazione della formazione e agli insegnamenti del Vangelo.
Come vivete a livello personale e comunitario il vostro impegno evangelico?
Vivere secondo il Vangelo richiede costanza, sacrificio e un grande amore per il prossimo. In qualità di membri dell’Istituto Nazionale Azzurro, siamo chiamati a seguire un cammino di spiritualità che ci permette di coniugare fede e opere. La formazione mensile è un punto centrale di questo percorso: attraverso la catechesi e la riflessione guidata dai sacerdoti, riusciamo a rinvigorire il nostro legame con Cristo e a portare la sua luce in tutte le nostre attività.
Ma il nostro impegno non si ferma qui: ogni opera umanitaria che realizziamo è l’espressione concreta della nostra fede. Non agiamo soltanto per rispondere ai bisogni materiali delle persone, ma per portare un messaggio di speranza e di salvezza.
Quali sono le sue speranze per il futuro dell’INA e per le sue missioni?
La mia speranza è che l’Istituto Nazionale Azzurro possa crescere sempre di più, non solo in termini di numero, ma soprattutto in spiritualità. Desidero che ogni membro viva con ancora maggiore intensità il proprio impegno evangelico, formandosi e camminando nella fede. Con l’avvicinarsi dell’anno istituzionale 2025/2026, continueremo a orientarci agli insegnamenti del Vangelo, certi che questa sia la strada maestra per servire l’umanità e testimoniare la bellezza della fede in Cristo.
È nostro desiderio che ogni azione portata avanti dall’Istituto sia un segno visibile dell’amore di Dio e della bontà della Chiesa, affinché il nostro servizio non sia mai percepito come mero assistenzialismo, ma come un gesto di comunione profonda con il prossimo.
In conclusione, cosa vorrebbe dire a chi volesse avvicinarsi all’INA?
L’Istituto Nazionale Azzurro è una famiglia che accoglie tutti coloro che desiderano vivere seriamente la fede e tradurla in opere concrete. A chi si avvicina, consiglio di mettersi in ascolto dello Spirito e di lasciarsi sfidare dal Vangelo. Essere parte dell’INA non è solo un privilegio, è anche una responsabilità: ogni gesto, ogni incontro e ogni attività sono guidati dalla luce di Cristo.
L’Istituto Nazionale Azzurro cammina su un percorso di fede e carità, e chiunque desideri unirsi a noi troverà non solo un’opportunità per operare il bene, ma anche un luogo dove crescere spiritualmente e umanamente.
Conclusione
Con l’insegnamento del Vangelo come guida e una visione profondamente radicata nella dottrina cattolica, l’Istituto Nazionale Azzurro, sotto la guida di Mons. Antonio Morabito, continua a essere un pilastro di luce e speranza nella Chiesa e nella società. Le sue attività, animate da una profonda comunione con il Vaticano e dalla formazione permanente dei membri, rappresentano un esempio profondo di come la fede possa trasformarsi in azione concreta e testimonianza viva.