“Criminalizzare il dissenso è un segnale allarmante per la democrazia, così come indebolire la magistratura, che ha il compito fondamentale di vigilare sull’operato del potere esecutivo. Una democrazia sana si fonda sull’equilibrio tra poteri, sul principio dei pesi e contrappesi. Con questa maggioranza, il Parlamento rischia di ridursi a semplice ratificatore delle decisioni del governo, perdendo progressivamente il suo ruolo centrale. La democrazia non è un bene acquisito, ma un esercizio quotidiano. E la riforma della giustizia, così com’è proposta, non affronta affatto le vere cause della sua lentezza cronica”. Così Pietro Grasso, Presidente della Fondazione Scintille di Futuro, nel corso della presentazione della graphic novel “Da che parte stai? Siamo tutti chiamati a scegliere” (Tunué) al Trame Festival.
Al centro della presentazione del graphic novel, nato dall’incontro tra il presidente Pietro Grasso, il direttore della Fondazione Scintille di futuro Alessio Pasquini, Emiliano Pagani e Loris De Marco, la capacità del racconto a fumetti di veicolare con forza e semplicità messaggi profondi, rivolgendosi soprattutto ai più giovani. “Questo fumetto narra la storia di persone normali, con un impegno civico straordinario. Non supereroi, ma cittadini e magistrati come Falcone, Borsellino, Chinnici, ha sottolineato Pietro Grasso. Persone con un alto senso del dovere, capaci di rialzarsi e impegnarsi per la collettività. Raccontarlo ai ragazzi è fondamentale, ed è per questo che abbiamo scelto il linguaggio del fumetto”.
Il volume – che racconta la storia del nostro Paese attraverso lo sguardo di un adolescente, il figlio dello stesso Grasso – non è solo un’opera divulgativa, ma un vero e proprio strumento per generare consapevolezza e spingere a prendere posizione. “Da che parte stai?” è infatti una domanda che interpella tutti, e che si rivolge in primo luogo alle nuove generazioni, chiamate a scegliere in che società vogliono vivere.
Il volume, frutto di una narrazione a più voci, racconta la storia recente del nostro Paese intrecciandola all’esperienza personale e professionale di Pietro Grasso, vista però attraverso il punto di vista di un adolescente. “La chiave che abbiamo immaginato è fargliele vivere e raccontare da un loro coetaneo, cioè da un ragazzo di 14 anni che a 14 anni viene catapultato in un mondo molto più complesso, molto più pericoloso: quello di essere il figlio del giudice all’epoca del maxiprocesso”, hanno spiegato gli autori.
“Per cambiare i rapporti nella società – ha concluso il Presidente Grasso – bisogna agire sull’immaginario collettivo. E una storia capace di commuovere, far riflettere e anche sorridere, è in grado di entrare nell’animo delle persone e trasformarle”.