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La onlus che insegna l’arte della ceramica ai disabili di Belvedere Marittimo

Ogni giorno 75 famiglie di Belvedere Marittimo, centro dell’alto Tirreno cosentino, aspettano che i volontari dell’associazione “Progetto Oasi Odv” bussino alle porte delle loro case per consegnare viveri e altri generi di prima necessità. In tutto 300 persone indigenti che vivono una vita di stenti. A prendersi cura di loro sono professionisti, artigiani, lavoratori dipendenti, semplici cittadini. Il loro impegno va avanti da 23 anni, esattamente dal settembre 1999, quando naque la onlus che si occupa dell’assistenza ai diversamente abili e alle persone bisognose attraverso attività ludiche e ricreative – come le pedalate ecologiche e il teatro – o le terapie riabilitative, ma anche garantendo il trasporto di persone non autosufficienti grazie a convenzioni con i Comuni. Ma il fiore all’occhiello dell’associazione è rappresentato dalla formazione professionale, grazie alla quale c’è chi, nonostante la cecità, ha trovato un impiego acquisendo la capacità di lavorare al computer grazie ai sintetizzatori vocali. La punta di diamante delle attività formative è rappresentata dalla scuola di arte ceramica.

“Molte delle persone diversamente abili residenti nel nostro territorio – spiega all’AGI Luigi De Luca, presidente dell’associazione – oltre ad essere fortemente svantaggiate a causa della loro situazione, sono del tutto prive di una base formativa che possa condizione loro un inserimento occupazionale all’interno di strutture, enti o imprese private. La mancanza di minime competenze specifiche risulta ancora oggi a essere una forte barriera nell’ingresso del mondo del lavoro”. L’associazione si finanzia esclusivamente con i contributi provenienti dal 5×1000, non c’è alcun fine di lucro. Lo scopo del progetto, dunque, e’ quello di intervenire, attraverso percorsi formativi, per costruire una via d’uscita dall’emarginazione. Sono stati circa 40 i diversamente abili che hanno frequentato il laboratorio allestito nella sede di “Progetto Oasi Odv”. “Far apprendere l’arte, le tecniche e il mestiere di ceramista – continua De Luca – ha lo scopo di creare un’identità professionale che permetta agli allievi di potersi collocare nella vita professionale e sociale”. Modellare la creta e l’argilla per ricavarne oggetti e’, di per se stessa, una terapia, ma il risultato è concreto. Seguiti da volontari e professionisti, gli allievi del laboratorio hanno realizzato mosaici, mattonelle decorative e bomboniere: oggetti frutto di un lavoro paziente e appassionato e poi venduti al fine di reinvestirne il ricavato in altre attività benefiche. Nei suoi 23 anni d’impegno, “Progetto Oasi” ha anche consentito di superare l’analfabetismo di alcune persone emerginate, grazie ad un accordo di collaborazione con una scuola della vicina Scalea. Manifestazioni teatrali, eventi musicali fanno da corollario a questa attività che si manifesta soprattutto nei periodi delle ricorrenze religiose come quando, in occasione della Pasqua, cinquanta personaggi interpretati da persone diversamente abili hanno dato vita alla rappresentazione della passione di Cristo. Tutto è nato grazie alla passione di un gruppo di persone provenienti dal mondo dello scoutismo.

“Insieme a Pietro D’Anello e ad altri amici – dichiara De Luca – decidemmo di formalizzare attraverso una onlus l’attività della nostra associazione. Siamo partiti dalla raccolta di generi alimentari nei supermercati, con l’aiuto del Banco alimentare, poi le nostre iniziative si sono estese. Aiutare e coinvolgere nelle nostre attività chi ha meno opportunità da’ una sensazione indescrivibile. Abbiamo coinvolto i nostri amici in attività di ippoterapia e pet therapy, ma siamo molto impegnati in attivita’ sportive”. “Progetto Oasi” aderisce al Comitato Paralimpico nazionale: “Tra i nostri amici – sottolinea con orgoglio il presidente della onlus – ci sono due campioni regionali di sport paralimpico che si sono allenati con noi. Abbiamo anche organizzato tornei di basket e tennis per disabili”. Nelle parole di De Luca c’è entusiasmo ma anche un po’ di amarezza. “Il lockdown e il Covid – dice – ci hanno bloccato per un anno e mezzo, alcune attività si sono fermate o sono state rallentate dalla pandemia. Noi vorremmo lasciare qualcosa che rimanga nel tempo. Per esempio, vorremmo realizzare strutture per il mini golf e prefabbricati che possano ospitare persone diversamente abili che, grazie alla nostra attività, hanno recuperato un po’ di autonomia. Le istituzioni, però, non sempre ci sono state vicine”. Alcune iniziative come la giornata del disabile organizzata per 10 anni nella piazza del Paese ha trovato il sostegno del Comune, ma poi le istituzioni si sono dileguate. L’auspicio è che il sostegno pubblico non venga definitivamente meno. “Progetto Oasi”, assicurano i volontari, in ogni caso andrà avanti. “Confidiamo – dice De Luca – sull’aiuto dei cittadini attraverso il 5×1.000”.

(AGI)

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