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Strage di Cutro, pm: “L’ufficiale GdF Lopresti ignorò offerta di ausilio della Guardia Costiera”

Antonino Lopresti, l’ufficiale in comando tattico e controllo tattico presso il Reparto operativo aeronavale della Gdf di Vibo Valentia, la notte tra il 25 e il 26 febbraio del 2023 “ricevuta comunicazione circa la disponibilità da parte della Guardia costiera all’impiego di unità certamente operative in supporto alle operazioni di law enforcement, ignorava l’offerta di ausilio nonostante la vedetta V5006 alle ore 23.55 fosse rientrata in porto per ‘puggiata’ e ‘buncheraggio’ e non vi fossero ulteriori unità del Corpo impiegate in mare in servizio di pattugliamento”. E’ quanto si legge nell’avviso di conclusione indagini della Procura di Crotone nel procedimento per la strage di migranti di Steccato di Cutro a carico di sei persone, quattro della Gdf e due della Capitaneria di porto.

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Nell’avviso di conclusione indagini notificato oggi a quattro finanzieri e due militari del corpo delle Capitanerie di porto, accusati di naufragio colposo ed omicidio colposo nell’ambito dell’indagine sui ritardi nei soccorsi a Steccato di Cutro, il sostituto procuratore di Crotone Pasquale Festa sostiene che sia stata “corretta” la prima valutazione dello scenario operativo effettuata da Frontex Varsavia e dal Centro coordinamento soccorsi marittimi di Roma “che qualificavano l’intervento come operazione law enforcement” attribuendolo al Roan, Reparto operativo aeronavale, della Guardia di finanza di Vibo Valentia, “di cui pero’ sconoscevano le capacita’ operative”. Ed infatti nell’avviso di conclusione indagini il magistrato narra delle difficolta’ di navigazione del pattugliatore della Guardia di finanza ‘Barbarisi’ che “previsto in servizio di pattugliamento dalle ore 18 del 25 febbraio alle ore 5 del 26 febbraio, non aveva mai mollato gli ormeggi a causa delle condizioni meteo marine avverse”, mentre la vedetta della Finanza V5006 “alle ore 21 aveva invertito la rotta per avverse condizioni meteo marine riscontrate proprio nella zona in cui era atteso il target”.

Ed e’ gia’ in questa prima fase che si verifica una mancanza di comunicazioni tra Guardia di finanza e Capitaneria di porto che avrebbero potuto “incidere sulla valutazione dello scenario operativo”. Infatti, in presenza di mare forza 4 e vento di burrasca sud forza 7, con previsione in peggioramento, la Guardia di finanza aveva “ricevuto dalla Guardia costiera la disponibilita’ ad impiegare, autonomamente o in ausilio, assetti certamente operativi e che potevano navigare senza alcuna difficolta’”.

Impiego che, invece, sarebbe stato ritenuto non necessario. Secondo il pm – in definitiva – gli indagati avevano “tutti e indistintamente il prioritario, fondamentale e ineludibile obbligo di salvaguardare la vita in mare, anche rispetto a condotte imprudenti, negligenti e imperite degli scafisti nonche’ di tutela dell’ordine pubblico”.

Se fossero stati adottati comportamenti diligenti “personale dello Stato avrebbe, una volta acquisito a vista il target, constatato la presenza di almeno 180 persone a bordo del caicco Summer Love, numerose delle quali neonate e minori, con conseguente applicazione del piano Sar, impedendo in tal modo che il caicco fosse incautamente diretto dagli scafisti verso la spiaggia di Steccato di Cutro e in prossimita’ dell’approdo si sgretolasse, urtando contro una secca a seguito di una manovra imperita del timoniere”.

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