di Francesca Gabriele – De Mita amava la Calabria e la sua gente. In uno dei suoi incontri all’Unical, per la presentazione della tesi della qui scrivente, nel 1998, aveva riabbracciato una parte degli amici rimasti in vita con i quali aveva contributo a dare forza a degli importanti progetti per il rilancio di questa Terra.
Una tesi di laurea che trattava quel periodo, gli anni Sessanta e gli anni Ottanta, la nascita della del Partito popolare, il Meridionalismo, la progettazione e la costruzione dell’ex autostrada A3, il porto di Gioia Tauro, il Centro siderurgico, l’Università della Calabria e tanto altro.
In quell’occasione, abbracciando l’oggi compianto e cosentino Riccardo Misasi, che per quella presentazione uscì pubblicamente dopo essersi ritirato a vita privata, e poi il senatore Martorelli, ed ancora la vedova del primo presidente della Regione Calabria, Antonio Guarasci, protagonista di quella tesi, ripercorse tutte le battaglie per il riscatto della Calabria che lo videro sempre presente.
Se n’è andato così, in punta di piedi, senza vedere il rilancio definitivo del porto di Gioia Tauro in cui aveva creduto e sperato sin dall’inizio.
Ciao presidente!