«Klaus tra pochi giorni ci sarà un blitz della “legge”, verranno arrestati molti della cosca Borghetto a cominciare da Cosimo. Forse pure io». Un blitz contro la ‘Ndrangheta “preannunciato” in una telefonata per di più “in chiaro”, quindi facilmente tracciabile, una chiamata fatta a un giornalista da parte di un sedicente affiliato proprio della cosca che sarebbe stata colpita di lì a breve.
Una previsione centrata visto che il blitz si è avverato 48 giorni dopo la telefonata “profetica”. Fortuna? Coincidenza? Miracoli della Kabbalah ‘ndranghetista? Il soggetto in questione si era qualificato al telefono con Davi come affiliato della cosca Borghetto e aveva chiamato il giornalista sul suo numero in uso da anni e universalmente conosciuto. Tra i due – successivamente alla prima call – sono intercorse una serie di telefonate, tra le quali una di oltre 50 minuti i cui contenuti verranno svelati nei prossimi giorni. Il soggetto ha raccontato una serie di retroscena del gruppo mafioso e i commenti che Cosimo Borghetto indirizzava nei riguardi del giornalista non proprio benevoli. Nell’audio pubblicato dal massmediologo (online al link https://youtu.be/JHlGAhHwmvs), l’affiliato dice testualmente anticipando l’inchiesta: «In pentola bolle praticamente una vasta operazione da parte dello Stato quindi sono un po’ tutti intimoriti da un’operazione sui Borghetto». Ma le rivelazioni non si fermano qui. L’affiliato – nel corso della lunga telefonata – sostiene che ci fossero una o più talpe appartenenti alla Polizia Giudiziaria che avrebbero riferito puntualmente a Borghetto Cosimo cosa stava per succedere, fornendo i dettagli del blitz che sarebbe avvenuto di lì a breve. Non solo. Qualche giorno dopo la prima telefonata, l’affiliato svelò a Davi che avrebbe dovuto interrompere le comunicazioni con il giornalista «perché era venuto a sapere di essere a sua volta intercettato. Vi chiamerò da un altro numero», disse. Ma poi non si fece più sentire, svela Davi.
Altri dettagli rivelati dall’affiliato riguardavano una presunta e mai dimostrata relazione omosessuale tra due killer di Archi che aveva provocato un raffreddamento fra i Borghetto e alcuni affiliati coinvolti nella vicenda. Il soggetto inoltre aveva anticipato che le cosche Rom, qualora il giornalista si fosse ripresentato al Rione Marconi, lo avrebbero colpito con delle bottiglie incendiarie.
Il presunto affiliato ha parlato anche dei proiettili indirizzati a Klaus Davi: «Non sono stati spediti dai Rom ma da affiliati di Santa Caterina che lei ha toccato sulla vicenda dell’attentato all’onorevole Cannizzaro», ha detto l’uomo.
Che gli indagati sapessero di essere attenzionati risulta dalla stessa ordinanza della Guardia Di Finanza che però non specifica la data in cui gli affiliati scoprirono la microspia. Molto più preciso invece l’affiliato che il 28 settembre ha parlato a più riprese del blitz che sarebbe avvenuto di lì a poco (come effettivamente è accaduto il 14 novembre) tirando in ballo presunti rapporti fra Borghetto e qualche talpa in Procura.
Nell’ordinanza “Garden” curata dalla Guardia di Finanza e supervisionata dalla Dda di Reggio Calabria ci sono interi passaggi dedicati al forte disappunto condito di minacce di morte che la cosca di Reggio Sud capeggiata da Cosimo Borghetto nutriva nei riguardi del giornalista svizzero, che in questi anni aveva dedicato decine di articoli ai clan reggini, pubblicati ieri dal quotidiano online Il Reggino.