“A volte bisogna rischiar, fare altre cose. Occorre rinunziare ad alcune garanzie perché sono anche delle condizioni” - Tiziano Terzani
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“Chatgpt? L’abbiamo fatta nel Sud Italia, non nella Silicon Valley”: conclusa la seconda edizione dell’evento nazionale su reti e internet

La Calabria ha ospitato con successo per il secondo anno un convegno di livello nazionale, un cortocircuito di esperti del settore delle telecomunicazioni, operatori nazionali, università e semplici appassionati. Un modo per valorizzare le competenze e le realtà imprenditoriali di una regione considerata a torto una Cenerentola dell’ambito information & communication technology.

Cuore dell’evento è stata la tavola rotonda dal titolo “Dati d’oro o dati loro?”, che ha innescato una vivace discussione tra i partecipanti.

Insieme sul palco del centro servizi della Lameziaeuropa sono intervenuti operatori nazionali, rappresentanti del mondo istituzionale e accademico moderati dalla giornalista ed esperta di comunicazione Rosaria Talarico.

Un tributo ad Archimede, scienziato dell’antichità appartenente alla Magna Grecia e simbolo ideale per celebrare l’innovazione made in Sud. Il nome Eurekalabria si ispira infatti alla sua famosa esclamazione Eureka!, che vuol dire “ho trovato”.

Abbiamo una nostra infrastruttura di supercalcolo per l’intelligenza artificiale e l’abbiamo addestrata con le nostre risorse a Frosinone, non nella Silicon Valley! Il problema è che nessuno mi chiede di farlo in ambito pubblico” si è accalorato Antonio Baldassarra, fondatore di Seeweb “La commessa pubblica (che vale 4 miliardi di euro l’anno) consente di crescere. Esiste un’industria nazionale che è in grado di competere a livello globale, usatela! Datemi il mercato e una commessa pubblica e ti faccio vedere che sono capace anch’io, sono capaci tutti in questa sala! Che il mondo della ricerca mi remi contro non mi sta bene”.

 

Il riferimento era per Giuseppe Manco, dirigente di ricerca del Cnr presso l’Istituto di calcolo e reti ad alte prestazioni che aveva messo in luce la superiorità straniera su alcuni aspetti della ricerca tecnologicamente più avanzata, come l’intelligenza artificiale.

 

Sulla stessa linea “nazionalista” Maurizio Goretti, direttore generale Namex: “Dobbiamo fare massa critica per cercare di mettere in evidenza che in Europa abbiamo le conoscenze e le tecnologie. Chi fa ricerca e chi fornisce un servizio sono mondi distinti che si toccano. Ma abbiamo livelli di eccellenza sulla parte cloud simili a quelli dei grandi player al di fuori dell’Europa. Altrimenti i dati sono troppo loro e poco nostri. Un titolo intrigante quello che è stato scelto… il problema è che internet è decentralizzata, ma dal punto di vista dei dati non è così. La politica dovrebbe fare qualcosa perché l’oligopolio del dato non è buono per nessuno”.

 

Perché ha ricordato Rosaria Talarico “quando non paghi per il dato, vuol dire che il dato sei tu”.

 

“Esiste un’eccellenza italiana del cloud computing e non lo diciamo a sufficienza” ha proseguito Baldassarra “Vedere un soggetto come Telecom che si mette a fare il reseller di un provider statunitense è un modo di svilire l’industria nazionale”.

 

Immediata la replica di Alfonso Mariconda, capo marketing wholesale connettività pregiata Tim: “Ci siamo occupati di cloud con una nostra infrastruttura forse troppo in anticipo e non siamo riusciti a scalare il mercato. Da questo derivano le scelte che sono state fatte. Noi cerchiamo di fare un po’ di soldi trasportando dati. Che si riescono a valorizzare se hanno qualità. Per esempio abbiamo una sperimentazione di self organizing network con cui grazie ai dati facciamo in modo che le antenne mobili prevedano dove troveranno più traffico e si spengano, arrivando a risparmiare fino al 15% di energia”.

 

Manco ha sottolineato invece come le infrastrutture abbiano necessità di essere resilienti ad attacchi informatici e ricordato un progetto di efficientamento della rete che riguarda Tim, che prevede meccanismi per la individuazione preventiva di anomalie nei sistemi, come un modem che smette di funzionare.

 

Inevitabile la domanda su che fine farà la rete Telecom, in attesa dell’offerta del fondo americano Kkr. “Stiamo mettendo al sicuro un asset nazionale” ha replicato Mariconda “come in tutte le operazioni di mercato si valuta l’offerta”.

 

Ha incentrato maggiormente il proprio intervento sui ricavi Paolo Bossi, chief revenue officer di OpNet: “Non possiamo ragionare in un’ottica difensiva, sulla componente dei costi senza lavorare sui ricavi sempre più risicati per gli operatori, perché non riusciamo a far crescere il costo unitario del dato”.

L’intervento in video di Massimiliano Capitanio, commissario Infrastrutture e reti Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) ha fornito invece diversi dati sulle connessioni e le reti mobili in Italia e gli interventi di contrasto della pirateria.

“Come si fa la trasformazione digitale senza le connettività, la prossimità e l’assistenza? Non sono forse questi gli ingredienti degli operatori di piccola/media dimensione come noi?” ha chiesto provocatoriamente Luciano Talarico, capo del settore tecnico di Intendo (www.intendo.it), azienda specializzata in informatica e servizi di tlc per l’energia che ha organizzato l’evento “Idee in connessione

Perché speriamo di connettere sempre più l’accademia e l’industria anche al Sud”.

 

È c’è stato spazio anche per gli operatori locali chiamati a sorpresa sul palco per condividere la propria esperienza: Wigate Srl, Datafelix Srl, Airnet srls, Sirius Technology Srl, Baleno Srl, WeNetwork Srl, Wical Srl

 

“Il web ci ha insegnato il potere dell’effetto di rete: quando connettete le persone e le idee, esse crescono” questa la frase di Chris Anderson che è stata scelta per chiudere l’evento, dando appuntamento al prossimo anno. Di nuovo in Calabria, che ha molto bisogno di vedere crescere il proprio territorio.

 

I video integrali dei diversi interventi e della tavola rotonda sono disponibili sul sito web www.eurekalabria.it

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